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Terrorismo, stretta di mano

tra le vedove Calabresi e Pinelli

Dario Mazzocchi
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Una stretta di mano lunga quarant'anni, avvenuta al Quuirinale questa mattina, dopo che il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, aveva ricordato l'assassinio di Aldo Moro. Protagoniste due donne che hanno vissuto sulla loro pelle il dramma degli anni di piombo: Licia Rognini, vedova di Giuseppe Pinelli, e Gemma Capra, vedova del commissario Calabresi, accompagnata dai figli Mario, fresco direttore de La Stampa, ed Elisabetta. Le loro vite sono rimaste segnate dall'attentato alla Banca nazionale dell'agricoltura nell'inverno del 1969. L'indagine della strage venne condotta dal commissario milanese rimasto ucciso in un agguato nel 1972, dopo una lunga campagna stampa che lo aveva indicato come il colpevole della morte di Pinelli, avvenuto alla questura del capoluogo lombardo durante un interrogatorio relativo alle indagini. Si sono date la mano oggi, pochi istanti prima che la cerimonia al Quirinale per la giornata della memoria avesse inizio. A dividerle poche sedie, nella seconda fila della Sala dei Corazzieri. A fianco di Licia Rognini c'era anche la figlia Claudia. Alla cerimonia erano presenti anche i figli di Walter Tobagi, Luca e Benedetta, per ricordare il padre, giornalista del Corriere della sera ucciso per le su inchieste sulle Brigate rosse. Proprio il quotidiano di via Solforino quest'oggi ospita una lettera dei due nella quale l'invito espresso è quello di chiudere una stagione di odio. “E' importante che la vedova Pinelli sia stata invitata alla cerimonia di oggi al Quirinale”, si legge nell'attacco della lettera. “E' importante che il Paese superi un sentimento di divisione ideologica che dura da troppo tempo. Bisogna invece lasciare spazio a una volontà condivisa di costruire un futuro diverso”. “Vanno promossi il dialogo, il confronto e la condivisione”, continuano Luca e Bendetta Tobagi, “anche delle memorie traumatiche”. Perché se è vero “che le responsabilità rimangono per sempre”, occorre anche che “la violenza sia lasciata alle spalle” e che la ricerca “della verità prosegua”. Napolitano: "Pinelli vittima due volte" - Il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, nel suo discorso ha accomunato “nel rispetto e nell'omaggio i familiari di tutte le vittime di una stagione di odio e di violenza, rispetto e omaggio”, rivolgendo un particolare ricordo alla “figura di un innocente, Giuseppe Pinelli, che fu vittima due volte, prima di pesantissimi infondati sospetti e poi di un'improvvisa, assurda fine”. Poi ha precisato: “Qui non si vuole rimettere in questione un processo, qui si compie un gesto politico e istituzionale, si rompe il silenzio su una ferita, non separabile da quella dei 17 che persero la vita a Piazza Fontana, e su un nome, di cui va riaffermata e onorata la linearità, sottraendola alla rimozione e all'oblio”. “Grazie - dice con voce commossa Napolitano - signora Pinelli per aver accettato, lei e le sue figlie, di essere oggi con noi”.

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