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Dario fa la Serracchiani

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Ma resta impalato al video

Albina Perri
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Dario Franceschini ha riaperto i giochi nel Partito democratico in vista del congresso di ottobre: l'attuale segretario ha infatti annunciato, con un video pubblicato sulla home page del suo sito, che è pronto a sfidare gli altri pretendenti. Fino a ieri, l'addio al vertice del centrosinistra era dato per scontato perché lui stesso ripeteva che il suo era un mandato a termine. La candidatura sul web - Era già successo che nelle file del Pd la candidatura partisse dalla rete. È il caso di Debora Serracchiani, l'eurodeputata udinese eletta nella circoscrizione Nord – Est dove è riuscita a raccogliere più preferenze di Silvio Berlusconi. Il suo battesimo politico era arrivato il 21 marzo con l'intervento all'assemblea dei circoli del Pd, ripreso da YouTube. Un contatto dopoo l'altro, la Serracchiani si è trasformata in un nome “noto”, un volto conosciuto anche perché, nel corso del suo discorso, aveva duramente attaccato la leadership del suo partito. Ad ascoltarla c'era ovviamente Dario Franceschini, pizzicato dall'avvocato 40enne perché “non era andato fino in fondo” nell'analizzare i motivi dei tanti problemi del centrosinistra italiano. Ironia della sorte, Franceschini l'ha copiata. Il confronto tra Debbi e Dario - Ma Dario non è Debora. Nel senso che, confrontando i due filmati e le due strategia di comunicazione, Franceschini non ha azzeccato nulla. Per sette minuti se ne resta impalato di fronte alla telecamera; alle spalle c'è una libreria anonima, probabilmente comprata all'Ikea. Cravatta blu su camicia azzurra, promette di costruire una squadra nuova, fatta di gente motivata per “portare il Pd nel futuro” e non abbandonarlo a chi ha mal gestito il centrosinistra dal 1996 al 2008. Altra ironia della sorte, per fare presa sul pubblico – che probabilmente dopo tre minuti di monologo già sta sbadigliando – ripropone alcuni dei temi dell'intervento di Debora: forze fresche, una politica fatta tra le gente e non  i palazzi del potere, un approccio diretto con la base. L'anonimo Franceschini e i mobili Ikea - Ma la Serracchiani, per circostanze indipendenti dalla sua volontà, ha la meglio: lei, nell'appuntamento di Roma, vestiva in modo informale e se ne stava su un palco circondata completamente dalla platea che la applaudiva. Per quanto la sua voce fosse piuttosto insopportabile e non nascondesse manie di protagonismo, ascoltarla per quasi 14 minuti diventava un piatto ben più digeribile. E il buon Franceschini risultava più convincente mentre veniva ripreso dalle telecamere, costretto ad applaudire l'omelia di Debbi per non far montare il dissenso e indossando un semplice pullover blu scuro. Rimane in sospeso la domanda: chi diavolo è il consulente di comunicazione e immagine del segretario democratico? Se spera di vincere la sfida delle primarie con uno staff del genere, Franceschini prepari sin da ora il discorso di resa. Possibilmente non registrato davanti ad un mobile fai-da-te.

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