Riforma Gelmini "bocciata"
dalla Corte Costituzionale
Il ministero dell'Istruzione non può ridimensionare la rete scolasticasul territorio, perché si tratta di una competenza delle Regioni. Queste le motivazioni in base alle quali la Corte Costituzionale ha decretato in parte illegittime le misure contenunte nella riforma della scuola messa a punto nel giugno 2008 dal ministro Mariastella Gelmini. Due sono gli aspetti della manovra dichiarati incostituzionali dai giudici della Consulta,alle prese con i ricorsi delle varie Regioni: l'assegnazione al ministerodell'Istruzione del compito di definire «criteri, tempi e modalità perla determinazione e l'articolazione dell'azione di ridimensionamentodella rete scolastica» e il fatto che anche lo Stato, oltre a Regionied enti locali, possa «nel caso di chiusura o accorpamento degliistituti scolastici aventi sede nei piccoli Comuni, prevederespecifiche misure finalizzate alla riduzione del disagio degli utenti». Secondo il ministro lo spirito della riforma resta comunque intatto, dal momento che è «conservato l'impianto delriordino del sistema scolastico e i punti giudicati incostituzionalisono marginali».