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Accordo anticrisi tra i Grandi

Gas serra, no di Cina e India

Silvia Tironi
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La crisi economica e i problemi ambientali: sono i due temi sui quali hanno discusso i leader del G8 all'Aquila. Un successo e mezzo, perché se in materia di economia i Grandi hanno raggiunto un accordo ancora prima che si tenesse la riunione, il dibattito sul clima ha trovato qualche ostacolo da parte di Cina e India sul taglio dei gas serra. All'inizio dei lavori pomeridiani, Silvio Berlusconi, in qualità di presidente del summit, ha affermato: “Credo ci sia un accordo fra noi, si tratta di una posizione consolidata”. A quel punto la parola è passata al Cancelliere tedesco Angela Merkel e poi a tutti gli altri rappresentanti. Alla fine, in base a quanto si apprende dal documento che sarà approvato giovedì dai paesi del Mef (gli Otto più Australia, Brasile, Cina, Corea del Sud, India, Indonesia, Messico e Sudafrica), è stato riconosciuto da tutti la necessità di contenere entro di due centigradi l'aumento della temperatura terrestre. Le opposizioni di Cina e India - Ma sull'ambizioso obiettivo di indicare un taglio del 50% delle emissioni di CO2 entro il 2050, auspicato da Stati Uniti e Unione europea, India e Cina hanno opposto resistenze. La discussione comunque continuerà in sede di G14, ha assicurato Berlusconi, per “verificare con Pechino e Nuova Delhi il grado di accordo che si può trovare”. In tema di inquinamento ambientale, sono in molti ad auspicare che con l'incontro all'Aquila venga spianata la strada in vista della conferenza Onu che si terrà a dicembre a Copenaghen. È intervenuto anche il ministro degli esteri Franco Frattini che, sui due target, auspica che “vengano centrati, o quanto meno uno dei due”. No al protezionismo - Per quanto riguarda l'economia, i G8 hanno ribadito l'impegno già espresso nei mesi precedenti: no al protezionismo. I mercati vanno mantenuti liberi e liberi, hanno concordato i partecipanti con una dichiarazione già resa pubblica: “Riconfermiamo il nostro impegno a mantenere liberi e aperti i mercati e a respingere il protezionismo di ogni genere”. "Segnali positivi, ma no trionfalismi - Il G8, sempre all'interno della bozza della dichiarazione economica, sottolinea anche “la necessità di un quadro globale rafforzato per la regolamentazione e la supervisione finanziaria”, creando gli strumenti adeguati per assicurare “una visione globale di tutte le attività ed entità sistematicamente significative”. Qualcosa si muove - I segnali di ripresa dell'economia globale ci sono, ma è troppo presto per lasciarsi andare ai trionfalismi. “Notiamo alcuni segnali di stabilizzazione delle nostre economie – si legge ancora nella bozza – e pensiamo che l'inversione di rotta sarà rafforzata quando le nostre misure raggiungeranno il loro effetto completo sull'attività economica”. Lotta ai paradisi fiscali - Ma i rischi “significativi” per l'economia globale rimangono, sottolineano dal G8, e quindi le nuove strategia di crescita dovranno essere decisa una volta che la ripresa avrà preso effettivamente piede. Lotta ai paradisi fiscali - Altro punto sul quale i Grandi sono d'accordo – come era già emerso nel corso dell'incontro a Londra di questo inverno – è quello che riguarda i paradisi fiscali. “Non possiamo continuare a tollerare grossi ammontare di capitali nascosti per evadere il fisco”, hanno fatto sapere. Su questo fronte, sarà fondamentale l'operato dell'Ocse, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Tra le misure che invece dovrebbero essere adottate dai singoli stati c'è quello del cosiddetto “scudo fiscale” per agevolare il rimpatrio dei capitali. (Dario Mazzocchi)

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