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Maroni si sfoga: sulla sicurezza

preso spunto dal Vaticano

Dario Mazzocchi
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Roberto Maroni si sfoga e svela che sulla legge sicurezza il governo ha preso spunto anche dal codice penale dello Stato del Vaticano. Intervenuto ad Orvieto per il convegno “Orizzonte di valore”, organizzato anche dal sindaco di Roma Gianni Alemanno, il ministro dell'Interno è tornato sulle polemiche hanno accompagnato la promulgazione del pacchetto sicurezza dell'esecutivo. “La nostra azione di governo è stata volta a ripristinare principio di legalità che negli ultimi tempi si era andato un po' perdendo” ha detto Maroni, sostenendo che “sull'ultima critica che ci hanno fatto, di aver rifatto le leggi razziali introducendo il reato di immigrazione clandestina, ci rido sopra”. Si tratta, infatti, di “misure già esistenti negli altri Stati europei, noi abbiamo preso il meglio della legislazione”, compresa quella vaticana. "In Vaticano carcere per clandestini" - Di fronte alla Chiesa che "ci ha criticato tanto", Maroni ha svelato: “Uno spunto lo abbiamo preso anche da uno Stato molto vicino ad Alemanno almeno in termini territoriali, lo Stato del Vaticano, dove è previsto il reato di immigrazione clandestina: lì il codice penale prevede il carcere”. L'Italia è più buona, perché si limita ad una multa. Da Oltretevere è arrivata immediata la smentita. Secondo il presidente del tribunale vaticano, il prof. Giuseppe Dalla Torre, le affermazioni del ministro sono “una boutade” e ha spiegato che “le celle di detenzione ci sono ma non vengono adoperate”. Dalla Torre ha voluto precisare che Oltretevere “non ci sono norme specifiche sull'immigrazione”. Ci sono, piuttosto, “norme sull'accesso e sul soggiorno contenute nella legge sulla cittadinanza che è la numero 3 del 1929 ed è chiaro che in questo caso ci sono alcune fattispecie in cui è prevista una sanzione che può essere pecuniaria o di limitazione della libertà personale”. “Per il Vaticano – ha concluso - si tratta essenzialmente di un problema di sicurezza relativo a chi si introduce illegittimamente nel territorio. Problema che viene risolto con la consegna dell'eventuale trasgressore alla polizia italiana”. Lavoro eccellente - Tornando a Maroni, il ministro si è detto “stufo” di dover dar conto, di doversi giustificare, per quanto l'Italia sta facendo in materia di immigrazione, visto che in realtà “è un lavoro eccellente” che meriterebbe di essere meglio conosciuto. Maroni ha auspicato “che in Europa si conoscesse meglio quanto fatto sul territorio per favorire l'integrazione, con il lavoro di tantissimi sindaci e organizzazioni del volontariato”. E ha annunciato che a Milano a settembre si terrà una conferenza nazionale sull'immigrazione che “segnerà lo spartiacque tra quanto fatto finora in termini di tolleranza zero verso i clandestini e quello che si dovrà fare per favorire al massimo l'integrazione per tutti quegli immigrati desiderosi di lavorare onestamente in Italia e di contribuire allo sviluppo della nostra società”. “La verità - ha concluso - è che non siamo così cattivi come qualcuno ci dipinge”. Più impegno in futuro - Piuttosto, l'Italia dovrà compiere altri passi in avanti perché “ha il controllo dell'immigrazione clandestina dal mare ma non dalle frontiere in terraferma”. “Austria, Slovenia, Francia, Svizzera - ha ricordato il titolare del Viminale - sono Paesi nei quali da qualche mese non ci sono più controlli per i flussi di immigrazione, se non per chi viene da fuori l'Unione europea e presto - ha aggiunto - entrerà a far parte dall'area Schengen anche la Romania che ha il controllo dei flussi dal Mar Nero. C'è un rischio reale di totale incapacità di eseguire i controlli dei flussi da queste aree”.

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