L'Avvenire: sul Cavaliere
i vescovi hanno parlato
I vescovi e il loro giornale, Avvenire, sul gossip politico non hanno taciuto. Lo ribadisce lo stesso quotidiano in una risposta del direttore alla lettera di un prete, don Angelo Gornati. “Perché non si dice quasi nulla di questo peccato di immoralità?”. Don Angelo, da Limbiate, è preoccupato: perché per lui i vescovi Avvenire sono rimasti zitti sia sullo scandalo delle escort a Palazzo Grazioli sia sulle misure contro l'immigrazione adottate dal governo. “Dov'è la parola chiara, precisa, puntuale che condanna?”, continua. “Dov'è la tolleranza cristiana?”, continua in riferimento all'accoglienza di “persone che fuggono dall'inferno e chiedono aiuto”. “Né sul suo giornale – conclude chiamando in causa il direttore Dino Boffo (nella foto) – né nelle parole di tanti Vescovi c'è stata una condanna precisa, chiara, evangelica”. Ma lo stesso Boffo risponde e fa capire che non è andata così, che sull'affare D'Addario Avvenire non è rimasto zitto: niente “silenzi di convenienza”, ma parole appropriate. “Per i media nazionali la posizione di Avvenire è inequivocabile, glielo posso assicurare. E lo stesso mi sento di dire per i nostri Vescovi”. “Non me la sento di accogliere la sia accusa di ‘convivenza'”, ribatte Boffo. Anche perché dal presidente della Cei, cardinal Bagnasco, al segretario generale, monsignor Crociata, “le occasione pastorali” per esprimere il disappunto di fronte alla vita privata del premier Berlusconi non sono venute meno. “Lei mi dice che è sgomento per il nostro silenzio”, scrive il direttore nella risposta a don Gornati, “mentre altri, prendendo al volo le nostre parole, ci fanno addirittura gridare”. Saranno pure state risposte di basso profilo, non sensazionalistiche, ma la Chiesa ha detto la sua.