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Bari, D'Addario in procura

L'ex amante: voleva uccidermi

Dario Mazzocchi
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L'escort barese Patrizia D'Addario ha fatto visita agli uffici della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari dove, probabilmente, ha depositato una denuncia-querela. La D'Addario, accompagnata da una donna, è salita al quarto piano del Palazzo di Giustizia di via Nazariantz nell'ufficio in cui si depositano gli atti di polizia giudiziaria, le denunce, le querele e gli esposti. L'escort non ha voluto fornire dichiarazioni e la donna che è con lei si è limitata a dire: "Abbiamo da fare". All'uscita dal palazzo non ha fatto ulteriori commenti. Una legale che l'accompagnava si è limitata a salutare i giornalisti e a confermare che venerdì prossimo, 31 luglio, in una discoteca di Parigi, D'Addario farà la sua prima uscita pubblica. Parla l'ex amante - La D'Addario è senza dubbio la protagonista delle vicende giudiziarie baresi: dal passato è sbucato l'ex amante Giuseppe Barba, imprenditore 47enne la cui vicenda era già stata rivelata dalla moglie che aveva accusato la escort di essere una ricattatrice. Barba ha infatti rilasciato un'intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno nella quale, si legge, Patrizia avrebbe addirittura tentato di ucciderlo. “L'altra sera - racconta - ero stato a cena con mia moglie in un locale del centro di Bari. Sulla strada del ritorno a casa mi sono visto seguito da una macchina, che sul corso vicino all'ospedale militare mi ha raggiunto e ha tentato di investirmi, di farmi finire fuori strada. Era lei: ha tentato di uccidermi. E non è la prima volta: lo ha già fatto in autostrada, quando quasi riuscì nel suo intento. Rimasi ferito: centoventi giorni di prognosi. All'epoca ritirai la denuncia perché mi promise che se lo avessi fatto mi avrebbe lasciato in pace, e invece...”. Una ficcanaso -  E invece non “ha digerito l'intervista di mia moglie, quella della settimana scorsa alla ‘Gazzetta'. Ha cominciato di nuovo con le minacce telefoniche, tanto che il mio avvocato forse oggi presenterà denuncia direttamente al pm dell'inchiesta, il dottor Scelsi”. Nell'articolo fornisce anche dettagli sul modus operandi della D'Addario: “Maledetto registratore: quella donna ha la malattia del registratore, lo ha sempre con sé, lo usa sempre: sali in macchina e sei già registrato. È la sua tattica, una malattia: lo fa con tutti”.  “Il registratore – prosegue - è sempre in borsa insieme ai profilattici, oppure sotto il sedile della macchina, oppure nel reggiseno, o sotto il letto. Dipende dalle situazioni”.  Non solo: “Se stai con lei, guai a lasciare la giacca o la borsa alla sua portata. Lei mette le mani nelle tasche e segna su un taccuino tutto ciò che trova: numeri di telefono, informazioni varie. Ci sa fare”.

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