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La Lega: accanto al Tricolore

anche i simboli regionali

Dario Mazzocchi
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La proposta c'è già, le polemiche pure. Il Carroccio ha presentato in Senato una riforma dell'articoo 21 della Costituzione, chiedendo che al Tricolore vengano affiancati i simboli regionali e che le stesse Regioni abbiano un proprio inno. Simboli identitari - "L'articolo 12, comma 1 della Costituzione - si legge nella proposta di legge - riconosce quale simbolo della Repubblica italiana il tricolore. Nei principi fondamentali della Costituzione non è, viceversa, incluso alcun riconoscimento ufficiale dei simboli identitari che contraddistinguono le Regioni”. E da qui arriva la richiesta leghista: “Tale lacuna - spiegano i senatori della Lega, in primis il capogruppo Federico Bricolo - si rende, ad oggi, inammissibile, alla luce della sostanziale valorizzazione del ruolo politico ed istituzionale delle Regioni realizzata dalle più recenti riforme costituzionali. Non solo, la proposta tiene conto della “fase storica di ripensamento dell'assetto territoriale dello Stato in ambito interno ed a livello sovranazionale”, aspetti che rendono ancor più necessario “recuperare i simboli identitari che, contraddistinguendo ciascuna realtà regionale, contribuiscono ad alimentare quel legame dei cittadini con il territorio che e' presupposto indispensabile di qualsiasi riforma federale dell'ordinamento”. Le reazioni - L'opposizione, ma non solo, non ha tardato a replicare. Quelle della Lega sono ''tutte operazioni di propaganda, ma sono provocazioni da rigettare perché a lungo andare possono diventare pericolose'', afferma Gianclaudio Bressa, che paventa un rischio di "assuefazione e si inneschi una escalation che tende a scomporre i valori fondanti di questo Paese, qual è l'unità nazionale”. "Rischio secessionismo" - "Finché si parlava di federalismo, cioè della capacità di gestire le proprie risorse, abbiamo accettato la sfida, ma ora la Lega sta proprio esagerando", afferma il presidente dei senatori dell'Italia dei valori, Felice Belisario, secondo il quale si prospetta "un pericoloso ritorno al secessionismo". Pdl imbarazzato - Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, prova a stemperare gli animi buttandola sul ridere, ma dalla maggioranza arrivano voci discordanti. Per Capezzo si tratta di un “un pesce d'aprile fuori stagione": "In un Parlamento composto da quasi mille persone il 'festival' delle proposte di legge quantomeno stravaganti non chiude mai". Sdrammatizza il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri: "Immagino già il clamore che i fessi della sinistra staranno mettendo in piedi, ma inviterei tutti a usare il buon senso e a sdrammatizzare. Io in questo momento mi trovo in Sicilia e da anni, nella spiaggia che frequento, sventola la bandiera della Trinacria. E' forse un problema? Per me no, non mi turba affatto e non credo che leda la dignità del Tricolore". Il Carroccio tiene duro - Bricolo, a nome dei suoi colleghi, non è rimasto zitto: "Questa non è una proposta di legge che va contro qualcosa o qualcuno ma chiede il riconoscimento delle bandiere e degli inni regionali per valorizzare simboli identitari che appartengono alle nostre comunità e sono un valore e una ricchezza per tutti''. ''Chi critica la nostra iniziativa sbaglia - prosegue - perché le bandiere, così come gli inni, sono un valore per tutti, sono una ricchezza per il nostro Paese, sono simboli in molti casi millenari che è giusto riconoscere. E' un discorso che vale per la Regione Veneto ma anche per la Sicilia”.

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