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Rottura governo - Regioni

su Fas e Patto per la Salute

Dario Mazzocchi
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Se ne riparlerà a settembre, quando magari gli animi saranno più tranquilli dopo le ferie. A Palazzo Chigi governo e Regioni non hanno raggiunto un accordo nell'incontro incentrato sui Fas, il nuovo Patto per la salute, il ministero del Tursimo e i fondi per il welfare. Una fumata nera, ma il presidente del Consiglio ha fatto sapere che l'esecutivo è pronto al dialogo. Dialogo interrotto - “La rottura con il governo resta”, ha risposto il presidente della Conferenza delle regioni, Vasco Errani, che però ha tenuto aperto uno spiraglio: “Per quanto ci riguarda siamo pronti a dare una piena collaborazione al governo per risolvere le questioni rimaste ancora senza risposta”. Per farlo, però, occorre reciprocità, “altrimenti la situazione rischia di diventare drammatica”. Molte critiche da parte dei governatori sono arrivate sull'uso dei Fas “come bancomat”. Nessun accordo nemmeno sul Piano salute 2010-2011. Le risorse, per Errani, “sono sottostimate e mi piace sottolineare che per parte nostra abbiamo offerto al governo la nostra disponibilità a rivedere il Piano anche per il periodo 2010-2013. Infine, la Conferenza ha chiesto “un atteggiamento più coerente” con le Regioni commissariate per i deficit accumulati sul fronte sanitario. Berlusconi: vogliamo collaborare - Da parte sua il premier Silvio Berlisconi ha rilanciato facendo leva sugli accordi ''raggiunti nei mesi scorsi su questioni come il Piano Casa e gli ammortizzatori sociali. Vogliamo tornare a quel periodo di collaborazione, da parte nostra c'è tutta la disponibilità a riprendere il dialogo''. Gli ha fatto eco il ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto: ''Sui temi sollevati dalle Regioni il governo ha preso un impegno preciso. Il 3 o il 4 settembre ci rivedremo. Ora non poteva che essere un appuntamento interlocutorio''. "Governo impreparato" - Ma dove il governo parla di collaborazione, i governatori rispondono manifestando insoddisfazione per l'esito della riunione. ''Di positivo c'è solo che il filo del dialogo viene tenuto in vita fino al 4 settembre'', ha affermato il presidente del Lazio Piero Marrazzo. ''Noi siamo stati rinviati a settembre, ma impreparati sono solo loro'', ha invece sintetizzato Maria Rita Lorenzetti, che guida la giunta umbra. E il pugliese Nichi Vendola ha accusato il governo ''grande confusione''. Non si è sbilanciato il governatore abruzzese Gianni Chiodi: ''Ci vuole maggiore dialogo tra governo e Regioni''.

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