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Quando l'Unità definì la Rice

una "donna-scimmia"

Dario Mazzocchi
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L'Unità perde il pelo, ma non il vizio. Quando si tratta di denigrare un “avversario” politico non perde tempo e punta alla sua intimità: perché se il quotidiano ora diretto da Concita De Gregorio ha lasciato intendere che Berlusconi soffre di impotenza, cinque anni fa aveva messo nero su bianco che Condoleeza Rice non era una donna qualunque, ma la “'lider maxima' delle donne scimmia”. L'elegante definizione è di Lidia Ravera (nella foto) e risale al 25 novembre 2004, quando sul giornale allora diretto da Furio Colombo comparve un articolo dal titolo “Fa' qualcosa di sinistra”. Un titolo che valle più di mille parole. Ecco lo stralcio di articolo dedicato alla Rice, quando ricopriva il ruolo di segretario di Stato nell'amministrazione del guerrafondaio George W. Bush: “Condoleeza Rice, indubitabilmente nera e senza alcun dubbio donna, certamente afflitta da una vita di mestruazioni a cui, probabilmente, data l'età, è seguita la mai troppo rimossa menopausa. Le compagne "vecchie" (o vecchie compagne?) hanno provato un brivido di orgoglio, per così dire, castale nell'apprendere che un essere umano di tipo femminile, nero e pure di mezz'età (tre sfighe in una persona sola) era assurto a una delle massime cariche del mondo, quello di complice number one di un personaggino come George W. Bush. (…). Condoleeza, con quelle guancette da impunita, è la "lider maxima" delle donne-scimmia”. Nello stesso pezzo, poche righe prima di arriva a definire la Rice una “donna scimmia”, la Ravera si definiva “femminista, non perché penso che le donne sono ‘migliori degli uomini' o ‘brave quanto gli uomini', io sono femminista perché penso che le donne sono ‘diverse dagli uomini' e questa diversità, invece di essere valorizzata, continua ad essere considerata un handicap e le penalizza”. Alla faccia del femminismo.

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