Moratti: impronte ai bimbi rom
Il Garante: è discriminazione
Roma - Dopo l'annuncio di ieri del ministro dell'Interno Roberto Maroni, a proposito della volontà di registrare le impronte digitali dei minori presenti nei campi nomadi per “per evitare fenomeni come l'accattonaggio e garantire a chi ha il diritto di rimanere di poter vivere in condizioni decenti”, il sindaco di Milano, Letizia Moratti, dichiara, a margine della prima conferenza programmatica dell'Anci in corso a Roma, di apprezzare questo provvedimento. Un censimento delle presenze nelle aree destinate ai rom potrebbe, secondo la prima cittadina del capoluogo lombardo, facilitare il compito delle forze dell'ordine e costituire una reale opportunità di tutela per i minori che vivono nei campi nomadi. Di tutt'altro avviso l'Unicef, il fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia, che attraverso il suo presidente, Vincenzo Spadafora, esprime “stupore e grave preoccupazione” per questa proposta. “I bambini rom non sono diversi dagli altri bambini e non possono e non devono essere trattati come gli adulti”, incalza Spadafora. E a una proposta che viene considerata, a torto o a ragione, così provocatoria, il presidente dell'Unicef risponde con un'altra provocazione: “Verrebbe da proporre al ministro, per rispettare il diritto all'uguaglianza, di schedare allo stesso modo tutti i bambini italiani”. Dello stesso avviso anche il Garante per la protezione dei dati personali. L'Authority teme che l'eventuale ricorso alle impronte sui bimbi rom "potrebbero coinvolgere delicati problemi di discriminazione, toccando anche la dignità delle persone e specialmente dei minori".