Accordo Stato-Mafia, Mancino:
"Nel '92 nessuno me ne parlò"
In meritoalla trasmissione “Annozero” di ieri e alla trattativa che lo Stato e la Mafiaavrebbero intavolato nel 1992, il vicepresidente del Consiglio superiore dellaMagistratura, Nicola Mancino, a proposito della sua responsabilità di Ministrodell'Interno ribadisce che nessuno gli parlò mai di possibili trattative.“Desidero far presente - osserva Mancino - che intanto si può parlare di unatrattativa intavolata con lo Stato in quanto ad autorizzarla abbia dato il suoconsenso chi del Governo all'epoca aveva la legittima rappresentanza: il Capodel Governo, il Ministro dell'Interno o il Ministro della Difesa”. L' incontro- di cui ha parlato ad “Annozero” Claudio Martelli - fra il capitano Giuseppe De Donno e la dottoressaLiliana Ferraro, all'epoca responsabile dell'ufficio del Ministero dellaGiustizia già ricoperto dal giudice Falcone, incontro durante il quale ilcapitano De Donno rappresentava la disponibilità di Vito Ciancimino acollaborare a fronte di garanzie politiche, “si concluse con l'invito rivoltodalla dott.ssa Ferraro al capitano De Donno di parlarne al giudice Borsellino,incaricato delle indagini. È questa una trattativa?”. “Quale responsabile,all'epoca, della sicurezza – sottolinea Mancino - posso confermare che dettiimmediato e decisivo impulso sia alla messa a punto e all'approvazioneparlamentare di provvedimenti legislativi adeguati a rafforzare l'azione dicontrasto alla mafia e delle conseguenti misure di sicurezza per i detenuti piùpericolosi, sia alle indagini allora in corso, indicando priorità degliobiettivi da assicurare alla giustizia e fornendo agli investigatori gliadeguati strumenti di uomini e mezzi. Tale azione dette in pochi mesi fruttimai raccolti nel passato”. Nessuncolloquio con Paolo Borsellino - Quanto al presunto incontro al Viminale con ilgiudice Paolo Borsellino il 1 luglio 1992 - giorno in cui Mancino si insediò,il vice presidente del Csm ribadisce di “non avere avuto - né quel giorno nésuccessivamente - alcun colloquio con il magistrato. “Ripeto con fermezza -conclude Mancino - che le fantasiose illazioni di cui sono oggetto sonosmentite dai fatti oltre che dalla loro intrinseca illogicità. Se schegge oapparati di servizi deviati hanno commesso azioni illegali, ciò deve esseredimostrato dalla magistratura. La magistratura proceda anche a verificare leeventuali coperture. Sono certo che la verità potrà essere dimostrata dalleindagini giudiziarie e solo da queste”.