Caso Cucchi, il padre:
al processo stava bene
“L'ultima volta che l'ho visto vivo è stato venerdì, il 16 ottobre, alprocesso per direttissima. L'hanno fatto entrare ammanettato, ma quando s'èaccorto che c'ero mi ha detto 'papà vieni, fatti abbracciare'”. Lo racconta inun'intervista a 'La Repubblica' GiovanniCucchi, padre di Stefano, ilgiovane arrestato il 16 ottobre scorso e morto 6 giorni dopo in ospedale. Ilpadre ha ribadito che al momento del processo Stefano “era magro e gonfio infaccia, quello sì. Ma non mi sono allarmato - ha aggiunto - è entrato con lesue gambe, camminava e quando l'hanno rinviato a giudizio il 13 novembre, perstizza, ha dato un calcio al tavolo”. All'obitorio, invece, Stefano “era neroin faccia, sembrava bruciato tanto era livido - dice Giovanni Cucchi - l'occhiosinistro pesto...magrissimo. Sono impazzito davanti a quel vetro”. Quantoall'ipotesi che Stefano sarebbe caduto dalle scale, “a me non lo ha dettonessuno - ha affermato il padre - mi hanno impedito di parlare con lui, non hopotuto neanche sentire i medici”. La notizia della morte è arrivata giovedì. “Giovedìmentre aspettiamo di andare finalmente all'ospedale Pertini - ha ricordatoCucchi - hanno suonato alla porta i carabinieri e ci hanno consegnato ildecreto di nomina del medico legale per l'autopsia. Ecco come lo abbiamo saputo”. “Il giorno del processo non avevabozzi e lividi” - “Lefoto di Cucchi dopo la morte non corrispondono assolutamente a ciò che abbiamovisto noi quel giorno. Quando Cucchi è passato in aula a piazzale Clodio,attorno a mezzogiorno del sedici ottobre, non aveva affatto quell'aspetto”. Lodice in un'intervista al quotidiano 'Il Messaggero' Giorgio Rocca, l'avvocato d'ufficio che il 16 ottobre in Tribunalea piazzale Clodio difese Stefano Cucchi. “Mi sono chiesto come stesse -aggiunge il legale - era magrissimo. Cosicché il viso, rispetto al corpo,sembrava un po' più gonfio. Ma non posso dire che fosse livido”. Rocca dice dinon aver avuto l'impressione che Stefano fosse stato pestato. “Direi di no -spiega - Posso pensare, ma è una mia opinione, che abbia preso qualcheschiaffo. Se però devo basarmi dai segni reali, la risposta è diversa. Peressere franchi: non aveva nè bozzi nè lividi. Non in quel momento”. Roccaconferma che Cucchi il giorno del processo camminava da solo. “Direi di sì -afferma - Se avesse avuto le vertebre rotte, penso che si sarebbe intuitoqualcosa”. “Cucchi - prosegue l'avvocato - era molto agitato con i carabinieri.Gli ha indirizzato più volte parole pesanti. Ho dovuto dirgli di stare calmo etranquillo. Con gli arrestati succede piuttosto spesso”.