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Cacciari, addio alla politica:

"Falliti tutti i miei progetti"

Michelangelo Bonessa
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Dopo l'addio di Francesco Rutelli, uno dei fondatori del progetto democratico, arriva lo strappo di Massimo Cacciari. Il sindaco di Venezia spiega al Corsera: «continuerò a dire la mia, ma non accetterò più impegni organizzativi. Ho già dato, serve realismo. Trent'anni fa speravo con altri di poter imprimere una svolta al Pci. Poi ci ho provato con Occhetto, quindi con il partito dei sindaci, con l'Asinello di Prodi, con la Margherita e infine con il Pd. Quel che ora dice Rutelli io l'avevo detto molto tempo prima. A chi dovrei continuare a predicare?» Poi aggiunge: «Non intendo più candidarmi a nulla. Nel 2010 non farò più il sindaco di Venezia nè il deputato. Basta. Quante volte occorre essere sconfitti nella vita?». Della nuova direzione impressa al Pd con l'elezione di Bersani dice solo che «sarà la cosa 2,3 o 4 di D'Alema. E' un dramma - insiste - quel che si profila nel Pd. L'intesa col centro è inevitabile e 'sta frittata qui, un centrosinistra da prima Repubblica che è il vecchio disegno di D'Alema, non m'interessa culturalmente. Anche se è l'unica via per sconfiggere Berlusconi». Ma per il professore non ci sono i margini per restare nella politica. Salva Francesco Rutelli, al quale è legato da una profonda amicizia:«Condivido la sua scelta - commenta - ma io con l'Udc non ho nulla a che vedere. Nè con gli altri». Così la decisione del ritiro, per Cacciari «una liberazione. Non vedo l'ora di tornarmene all'università», ha concluso.

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