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L'Iran si rimangia la parola

"Niente uranio all'estero"

Silvia Tironi
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Che fossesolo questione di tempo lo sapevamo tutti. Ed ecco che la fregatura e la nuova sfida dell'Iran sonoarrivate a stretto giro di boa: il presidente iraniano Ahmadinejad si rimangiaun'altra volta la parola e rifiuta di inviare il proprio uranio arricchitoall'estero in cambio della fornitura di combustibile per un reattore di ricercanucleare. Lo ha detto oggi il presidente della commissione esteri delParlamento, Alaeddin Borujerdi, citato dall'agenzia Isna. «Nonprevediamo di inviare una parte dei 1.200 chili (di uranio debolmentearricchito, ndr) alla controparte perricevere del combustibile. Questo è ormai escluso, sia in maniera graduale siain una volta sola», ha detto Borujerdi. «Attualmente i nostri esperti stannovalutando i modi per ottenere il combustibile per risolvere il problema. AliAsqar Soltanieh (il rappresentante dell'Iran presso l'Aiea) sta negoziando pertrovare una soluzione», ha aggiunto. Il 21 ottobre, nell'ambito di una riunionea Vienna fra Iran, Francia, Russia e Stati Uniti, l'Agenzia internazionale perl'energia atomica (Aiea) aveva sottoposto una bozza d'accordo che avrebbegarantito a Teheran la fornitura di combustibile nucleare per il suo reattoredi ricerca. In base all'accordo, sottoscritto da Mosca, Parigi e Washington,l'Iran avrebbe dovuto esportare quasi tutto il suo uranio debolmente arricchitoper farlo trattare ulteriormente in Russia. La Francia avrebbe dovuto inseguito garantire la trasformazione in combustibile nucleare per il reattoreiraniano. Ieri, tuttavia, il presidente Mahmud Ahmadinejad ha detto che l'Iranè orientato ad acquistare il combustibile e che è pronto a proseguire inegoziati a questo proposito. Dopo l'uscita dell'Iran, il presidente russo, Dmitri Medvedev,non ha escluso nuove sanzioni contro l'Iran nel caso Teherandovesse assumere una «posizione non costruttiva» sul dossierrelativo al suo programma nucleare. «Se la dirigenza iraniana assumerà una posizione menocostruttiva, in teoria tutto è possibile», ha detto Medvedevin una intervista all'ultimo numero del settimanale tedesco DerSpiegel in edicola lunedì, ripresa dalle agenzie russe. «Diquesto - ha aggiunto - abbiamo parlato con il presidenteamericano Barack Obama nel corso dell'incontro di New York. Ionon vorrei che tutto ciò si concludesse con l'adozione disanzioni internazionali, poichè le sanzioni, come è noto, sonouna strada in una direzione molto complessa e pericolosa. Ma senon ci saranno passi avanti, nessuno può escludere un talescenario».

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