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'Ft' promuove Tremonti

D'Alema: ferrato negli intrighi

Silvia Tironi
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Il FinantialTimes dà i voti ai 19 ministri dell'Economia europei e formula giudizi ‘esplosivi'sui candidati alla diplomazia europea. Non va però male agli italiani, chemigliorano la loro posizione: il ministro Giulio Tremonti scala infatti laclassifica dei ministri finanziari europei e passa dal 16esimo posto del 2008al quinto. «Nonostante molti conflitti politici interni», commenta ilquotidiano economico, «ha incredibilmente lustrato la reputazione finanziariaitaliana». «Star» della classifica spetta è la francese Christine Lagarde (solosettima lo scorso anno), perché, dice il Finantial Times, «nessun altroministro di una grande economia mondiale è emerso da questo anno cruciale informa così buona». Il secondo e terzo posto vanno a tedesco Peer Steinbrueck(medaglia d'argento anche nel 2008) e al belga Didier Reynders. Appena giù dalpodio lo svedese Anders Borg, seguito appunto da Tremonti (che conquistal'ottava posizione sul fronte politico e la 13/ma per quanto riguarda lacredibilità) il quale per gli esperti di 'Ft' «ha mostrato una gestionerelativamente salda della finanza pubblica italiana, notoriamente bizzosa». Pecoranera ( o fanalino di coda, per essere più buoni) è l'irlandese Brian Lenihan,«un disperato a Dublino». Le pagelle, stilate da una giuria di economisti tracui Marco Annunziata di Unicredit, sono state redatte in base alle capacitàpolitiche e alle performance delle economie dei vari Paesi, tenendo conto dellarapidità ed efficacia delle azioni intraprese e del potenziale sulla scenainternazionale, oltre che di un test di «credibilità».   La classifica completa - Ecco la classifica dei 19ministri. 1. Christine Lagarde (Francia) 2. Peer Steinbruck (Germania) 3.Didier Reynders (Belgio) 4. Anders Borg (Svezia) 5. Giulio Tremonti (Italia) 6.Josef Proll (Austria) 7. Jacek Rostowski (Polonia) 7. Alistair Darling (RegnoUnito) 9. Claus Hjort Frederiksen (Danimarca) 10.Wouter Bos (Olanda)11.Jen-Claude Juncker (Lussemburgo) 12.Jyrki Katainen (Finlandia) 13.EduardJanota (Repubblica ceca) 14.Jan Pociatek (Slovacchia) 15.Fernando Teixeira dosSantos (Portogallo) 16.Elena Salgado (Spagna) 17.Peter Oszko (Ungheria)18.George Papaconstantinou (Grecia) 19.Brian Lenihan (Irlanda).   Ilquotidiano finanziario non dedica anche due riquadri a Hermann van Rompuy eMassimo D'Alema, indicati come i due candidati più probabili, al momento,rispettivamente per la presidenza e la diplomazia europea. I ritratti dei due,però, non sono molto lusinghieri: D'Alema è descritto come «un uomo disinistra, ferrato negli intrighi della politica italiana», che «ha cospiratoper far cadere Romano Prodi, suo collega di schieramento, nel 1998». Gli siriconosce grande esperienza ma gli si rimprovera anche una scarsa padronanzadella lingua inglese. «Noto come l'uomo dal 'baffo di ferro'», D'Alema haabbandonato il comunismo venti anni fa, «ma resta comunque il premier più disinistra che l'Italia abbia mai avuto dal 1945». Alcuni lo criticano per le sueposizioni anti-americane e anti-israeliane, accuse da lui definite naif. Nessuna‘tenerezza' neppure nei riguardi di van Rompuy: vanta «poca esperienza diquestioni globali» e sembra essere in testa alla corsa «solo perché è quello cheha meno nemici». Corrisponde insomma al profilo di coloro in Europa chevogliono, almeno per questo primo mandato, un personaggio non troppoingombrante.

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