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Il 'No B day' fa litigare Tonino e Bersani

Pd: "Niente lezioni di antiberlusconismo"

Albina Perri
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AntonioDi Pietro da un lato. Pierluigi Bersani con il suo Pd dall'altro. In mezzo aloro Silvio Berlusconi. Ma neppure lui riesce a metterli d'accordo. Nemmeno l'acerrimonemico appiana le divergenze e colma le distanze tra i due. E così lo scontrotra il leader dell'Idv e il Partito democratico si fa sempre più aspro: l'ex pmrimprovera Bersani e compagnia politica di essere eccessivamente morbidi neiconfronti del capo del governo, mentre la vera opposizione dovrebbe usare laclava, punto e basta. Il ritornello, negli anni, non cambia: questa volta sulbanco degli ‘imputati' è finito il "No B day", la manifestazione dipiazza contro Berlusconi nata su Facebook e subito rilanciata dal ‘Fattoquotidiano'. Il ‘NoB day' è stato indetto per il prossimo 5 dicembre per manifestare contro SilvioBerlusconi. La manifestazione è caldeggiata dal Tonino Di Pietro, che accusa ilgoverno di fare “le leggi solo per sé e per la sua lobby piduista". Ilfumantino Di Pietro non riesce proprio a capire come mai il Pd “non scenderà inpiazza perché questa manifestazione non l'ha organizzata lui. A loro dico:toglietevi quel cappello da primi della classe e venite in piazza come tuttinoi". Tonino: 10 buoni motivi per il ‘NoB day' – Perché partecipareal ‘No Berlusconi day'. Per Antonio Di Pietro ci sarebbero dieci buoni motivi: eli spiega sul suo blog, sottolineando che Silvio Berlusconi è «un tappo per losviluppo dell'economia, della ricerca e della cultura. Il suo modello morale -aggiunge - ha rovinato un paio di generazioni, distrutto l'ideale cristiano difamiglia, disciolto nell'acido della corruzione le istituzioni e il tessutoimprenditoriale». «La conta dei danni realmente prodotti dal berlusconismo -prosegue il leader di Idv - potremo stimarla solo quando quest'uomo non nuoceràpiù, ossia quando sarà fuori dalle istituzioni». «Essere un antiberlusconiano -continua - per me, è la più grande onorificenza che questa maggioranza possaaffibbiarmi». Quindi Di Pietro passa a elencare i «dieci buoni motivi» perpartecipare al No-B Day: «1) Deve agli italiani bilioni di euro tra evasionefiscale e concessioni televisive ricevute per un 1% del fatturato di RTI (e nondi Publitalia) 2) Ha riportato il nucleare in Italia, fregandosene di unreferendum che lo ha messo alla porta, e ci ha fatto perdere il treno per leenergie rinnovabili 3) Ha spinto il Paese verso un modello culturale becero incui l'etica, l'onestà, la famiglia, lo Stato, la moralità sono dei disvalori inconfronto all'arrivismo, la furberia, il denaro, la menzogna e il clientelismo.4) Ha favorito gruppi finanziari ed imprenditoriali vicini a lui, ai suoi amicie alle sue aziende, voltando le spalle a centinaia di migliaia di famiglie lasciandolesenza lavoro, senza istruzione e in molti casi senza un tetto 5) Ha utilizzatola corruzione, il ricatto e le sue cariche nelle istituzioni come strumento perrimuovere e aggirare la legge e il sistema giudiziario in numerosi processi asuo carico 6) Ha intrattenuto rapporti così stretti con la mafia, testimoniatiin pagine e pagine di documenti processuali, da compromettere irrimediabilmentela sua figura di uomo delle istituzioni. 7) Ha negato l'esistenza dellaterribile crisi economica che ha prodotto oltre 1 milione di disoccupati in unsolo anno, bloccando l'attività parlamentare che avrebbe dovuto contrastare erecuperare la grave situazione economica nella quale versa il nostro Paese 8)Ha accumulato una ricca biografia su Wikipedia tale da somigliare più ad AlCapone che ad un Presidente del Consiglio 9) Ha distrutto, con i suoi uomini,bilanci e credibilità della più importante azienda di servizio pubblicod'informazione: la Rai10) Ha dimostrato di essere disposto, pur di salvare se stesso, ad utilizzarele istituzioni per leggi che mettono a rischio l'incolumità dei cittadini,favorendo il proliferare di attività criminali». Bersani: niente lezione da DiPietro - Ma lalezione di anti-berlusconismo del professor Tonino non pace affatto a Bersani ecompagni: “ "Noi facciamo le nostre manifestazioni. Noi, lezioni di anti-berlusconismo,non le prendiamo da nessuno. Il più antiberlusconiano - ha aggiunto ilsegretario del Pd - sarà quello che riesce a mandarlo a casa, non quello chegrida di più. Lezioni di quel genere - ha ribadito - a noi non ne fanno.Dopodiché, se si ragiona, se le parole d'ordine sono accettabili, certamentenon c'è una proibizione ad andarci ai militanti del Pd. Quando le paroled'ordine saranno accettabili - ha concluso - le vedremo". "Nonsi può sempre parlare solo ed esclusivamente del premier". Di questo ormaiè convinto anche Bersani, che però respinge al mittente l'accusa di Di Pietro:niente sconti al Cavaliere. Il Pd ribadisce che la legge sul processo breve nonva bene, e chiede al governo di "ritirarla" per poter avviare unconfronto sulla giustizia. Anti-berlusconismo in soffitta? Non proprio, ma sivuole dare un segnale di un cambiamento. A dicembre il Pd promuoverà unainiziativa contro Berlusconi con questo slogan: "Siamo sempre sui problemisuoi, e mai sui nostri", cioè dei cittadini. A molti suona comeun'iniziativa in concorrenza con il "no B day". ForseBersani si è accorto che Berlusconi non è un problema: "In questo momentola crisi è dappertutto e migliaia di posti di lavoro sono a rischio, mentre noiparliamo d'altro", ha detto Bersani. "Questa situazione crea un murodi gomma tra le condizioni reali della gente e la politica, un muro che puòessere anche pericoloso. E quindi - ha concluso il segretario del Pd - noipremiamo perché si metta l'accento su questo tipo di problemi e non su quelliche interessano una persona sola". Qualcuno minimizzerà dicendo che è solouna differenza tattica quella che divide Pd e Idv. In realtà, trattandosi didue alleati che intendono dare vita all'alternativa di governo, si tratta diuna differenza enorme.

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