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Schifani avverte: si va al voto

se maggioranza non compatta

Silvia Tironi
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Se manca la “compattezza”della maggioranza, si va al voto. E la parola passa di nuovo al popolo, “ilgiudice ultimo”. Lo ha detto il presidente del Senato Renato Schifani intervenendo all'inaugurazione dell'anno accademicodel collegio universitario ‘Lamaro Pozzani' della federazione nazionale deiCavalieri del Lavoro. “Compito del governo”, d'altra parte, sostiene la secondacarica dello Stato, “è lavorare per realizzare il programma concordementedefinito al momento delle elezioni. Compito dell'opposizione è esercitare ilproprio ruolo di critica e di proposta alternativa, in coerenza con il propriomandato elettorale. Compito della maggioranza è garantire che in Parlamento ilprogramma del governo trovi la compattezza degli eletti per approvarlo. Se questacompattezza viene meno, il risultato è il non rispetto del patto elettorale. Seciò si verificasse, giudice ultimo non può che essere, attraverso nuoveelezioni, il corpo elettorale”. Secondo Schifani “è sempreun atto di coraggio, di coerenza e correttezza verso gli elettori. Moltiordinamenti costituzionali da tempo accettano questi fondamentali principi diuna democrazia matura. La scelta dei cittadini non va tradita, va rispettatafino in fondo, senza ambiguità ed incertezze. La politica non può permettersidi disorientare i propri elettori”. La seconda carica dello Stato sottolineapoi che “il venire meno di questi presupposti di corretta politica puòdeterminare la fuga dei giovani dalla diretta partecipazione al governo delPaese. Questo allontanamento può fare spegnere la speranza del cambiamento,genera sfiducia nell'avvenire, provoca risentimenti”.

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