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Iran, bomba uccide un fisico nucleare

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Frattini: Italia pronta a sanzioni dall'Onu. Non si esclude l'opzione militare

Eleonora Crisafulli
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Ucciso un fisico nucleare iraniano- Una bomba è esplosa stamattina a Teheran uccidendo un professore universitario. A renderlo noto è la televisione di stato iraniana, Secondo una prima ricostruzione, la vittima, il fisico nucleare Massud Ali-Mohammadi, sarebbe stato colpito da una motobomba controllata a distanza mentre usciva a bordo della sua auto dal parcheggio di casa sua, a Pol-e-Rumi, vicino al quartiere di Qeitarieh. L'agenzia filogovernativa Fars ha dichiarato che il docente è stato vittima di «elementi antirivoluzionari e delle potenze arroganti». Il sito filogovernativo Rajanews ha aggiunto che secondo  alcune fonti «il suo assassinio è collegato al caso nucleare iraniano». Secondo quanto rifrtito dal procuratore di Teheran, Abbas Jafari-Dolatabadi, il corpo di Ali-Mohammadi è stato portato all'istituto di Medicina legale per l'autopsia. Non è ancora nota invece la pista che verrà seguita dagli inquirenti. Frattini- In una lunga lettera al direttore del Foglio, Giuliano Ferrara, il ministro degli Esteri Franco Frattini ha spiegato che la "politica della mano tesa" con l'Iran, fortemente voluta da Obama, non è sbagliata.  Si riferisce al tentativo di fermare con le buone la proliferazione nucleare che sta avvenendo in Iran sotto il governo di Ahmadinejad, nonostante le continue critiche della comunità internazionale. "Un Iran nucleare costituirebbe una minaccia vitale anche per la sicurezza globale", scrive il ministro. "Scatenerebbe una corsa al nucleare da parte di altri paesi e aumenterebbe i rischi per la sicurezza di tutti", spiega.  Insomma, spiega Frattini, un Iran nucleare comprometterebbe la sicurezza di Israele, la stabilità regionale e la sicurezza globale. Per questo "un Iran nucleare è per noi inaccettabile". E aggiunge: "Credo, anche qui in piena sintonia con i nostri alleati americani e sulla base di una condivisione di partenza della minaccia nucleare iraniana, che il tempo per attendere una risposta positiva non può essere indefinito. Avevamo posto come scadenza all'Iran la fine del 2009 e siamo perfettamente consapevoli che questa finestra si sta per chiudere". E riguardo ad un'eventuale azione militare, spiega: " Abbiamo sempre detto che tutte le opzioni sono possibili. Circa l'opzione militare non si tratta di escluderla a priori ma di riconoscerne razionalmente gli ovvi pericoli e le controindicazioni".

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