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Governo approva nuovo piano carceri

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Varato lo stato d'emergenza fino alla fine del 2010. Previsti 21mila posti in più

Michela Ravalico
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Il consiglio dei ministri ha approvato stamattina il piano carceri messo a punto dal Guardasigilli Angelino Alfano. Varato anche lo stato d'emergenza, che durerà fino al 31 dicembre 2010. L'obiettivo del ministro della Giustizia, per far fronte all'emergenza delle carceri piene, è di creare 21.709 nuovi posti nei penitenziari italiani. Il piano prevede anche l'assunzione di duemila agenti.   "Avvieremo procedure - ha spiegato Alfano nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi - per realizzare strutture a cui dar vita nel 2011 e nel 2012 con modelli organizzativi tipo quello attuato a L'Aquila". Quest'anno, invece, "realizzeremo 47 nuovi padiglioni, strutture che si affiancheranno a quelle già esistenti". Per questi padiglioni, verranno utilizzate le ricorse provenienti dalla Finanziaria - 500 milioni di euro - e dal bilancio del dicastero di via Arenula - 100 milioni -, mentre per le strutture che verranno realizzate tra il 2011 e il 2012, le risorse verranno prese dal bilancio statale e da finanziamenti provenienti dai privati". Prima del varo da parte del Cdm, si sono subito levate alcune critiche. Il capogruppo del Pd Dario Franceschini, ieri, ha precisato «Il ministro Alfano garantisca che il governo non abuserà dello strumento dell'ordinanza al posto dei normali provvedimenti legislativi in seguito al via libera allo stato di emergenza per le carceri»:  ha detto nell'Aula della Camera. Per i Radicali, che da anni denunciano la situazione drammatica nelle carceri italiane, la soluzione è l'amnistia. Alcuni membri del Partito Radicale si sono riuniti in un sit-in davanti a Montecitorio «perchè le carceri tornino alla normalità, alla legalità e all'umanità». La deputata radicale Rita Bernardini, in piazza con altri sostenitori, ha chiesto «il rientro dello Stato criminale alla legalità» e «una soluzione principe: l'amnistia». «Nel 2005 - ha spiegato - alla marcia per l'amnistia c'era anche Napolitano. È una soluzione che va discussa. Anche perchè un'amnistia sporca e di classe c'è già: la prescrizione. Bisogna fermare l'ipocrisia, serve una riforma della giustizia che non può limitarsi al processo breve. Non importa se nell'amnistia entrerà anche Berlusconi, l'importante è che sia per tutti». Descrivendo la situazione delle carceri, denunciata anche sui cartelli dei manifestanti («Stanno più larghi i polli dei detenuti»; «170 morti in carcere nel 2009»), il segretario generale della Uil Pa penitenziari, Eugenio Sarno, ha aggiunto che «i 6.000 agenti in meno, gli 800 agenti finiti all'ospedale negli ultimi 24 mesi, i 169 morti in carcere e gli 800 tentati suicidi dovrebbero imporre a trovare una soluzione». Per Francesco Quinti, responsabile nazionale della funzione pubblica reparto sicurezza della Cgil, «con la costruzione di nuove carceri non si risolve il problema del sovraffollamento, servono misure diverse».

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