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Svastichella condannato a 7 anni

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L'uomo aveva aggredito nella notte tra 21 e 22 agosto due ragazzi omosessuali

Michela Ravalico
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Alessandro Sardelli, noto come Svastichella, è stato condannato a sette anni di reclusione con rito abbreviato per l'aggressione a due ragazzi omosessuali. Il caso risale alla notte tra il 21 e il 22 agosto scorsi, quando al Gay Village di Roma Svastichella ha assalito una coppia gay ferendo gravemente con il coccio di una bottiglia un giovane di 31 anni, Dino rimasto ricoverato in ospedale per alcune settimane, e il suo amico Giuseppe. La condanna è stata inflitta dal gup Rosalba Liso, che ha riconosciuto il vizio parziale di mente dell'imputato e accolto la richiesta del pm Pietro Pollidori che aveva sollecitato una condanna a dieci anni di carcere per Sardelli. Nel processo sono costitute parte civile, oltre ai due gay aggrediti, anche il Comune di Roma e l'Arcigay Roma. Il caso - Tentato omicidio, porto d'arma bianca e lesioni gravi, sono i reati contestati dal pm Pietro Pollidori a Sardelli per aver ferito al torace un ragazzo gay, Dino, ed averne colpito un altro alla testa, Giuseppe. Il gup ha inoltre disposto l'interdizione perpetua dai pubblici ufficio per Sardelli, oltre a quella legale per la durata della pena. L'imputato è stato inoltre condannato a risarcire le costituite parti civili, demandando però la quantificazione della cifra al giudice civile. Ciò ad eccezione dell'Arcigay che ha ottenuto il richiesto risarcimento simbolico di 1 euro. Provvisionali immediatamente esecutive sono state inoltre disposte: 10mila euro per Dino e 2mila per Giuseppe. L'uomo, presente in aula insieme al padre e ad alcuni altri familiari, dal 25 agosto è detenuto nel carcere di Regina Coeli sulla base di un provvedimento cautelare emesso dal gip Renato Laviola, su richiesta della Procura, ritenendo l'indagato una persona «socialmente pericolosa» e sussistente il pericolo che «potrebbe commettere reati della stessa fattispecie». Nel corso dell'interrogatorio di garanzia l'uomo si era difeso sostenendo di essere stato provocato e di non avere nulla contro gli omosessuali.  Nel corso dell'udienza è stato sentito il perito nominato dal gup, il dottor Francesco Raimondo, il quale in sintesi ha sostenuto che l'imputato sia parzialmente incapace di intendere e di volere, anche al momento del fatto per il quale è a processo, capace di stare in giudizio, socialmente pericoloso, compatibile comunque con il regime detentivo in carcere. In accordo con l'esperto del giudice quello nominato dal legale di Sardelli, mentre parzialmente in disaccordo quello di parte civile, la dottoressa Floriana Loggia, secondo la quale l'imputato, benché con una personalità bordeline, era capace di intendere e di volere quando ha aggredito i due omosessuali.

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