Dondè condannato per il falso Picasso

Monica Rizzello

I suoi dipinti sono apprezzati da molti: Gianni Agnelli ne ha acquistati 22, soprattutto copie di Mirò; Frank Sinatra 24, tutti Modigliani; Sofia Loren, quattro Dalì. Tra i suoi clienti fissi c'erano addirittura Giovanni Paolo II, la principessa Diana e Gianni Versace, ma anche Ivana Trump, il principe Alberto di Monaco, Alberto Tomba e Schwarzenegger. Si tratta di Daniele Dondé, di 59 anni, nato a Cremona, il massimo esperto mondiale dei falsi d'autore. Tra i suoi capolavori, figurano tra gli altri “Il ragazzo con la pipa” di Pablo Picasso e il “Ritratto di madame M” di Tamara de Lempicka. Le copie in questione sono però una sorta di “corpo del reato”: nel 2005 Dondé violò la legge sul diritto d’autore, riproducendo le tele a suo nome, ma non erano ancora trascorsi 70 anni dalla morte del pittore spagnolo (Malaga 25 ottobre 1881 - Mougins 8 aprile 1973) e della pittrice polacca (Varsavia 16 maggio 1898, Cuernavaca 18 marzo 1980). Davanti al giudice del tribunale di Cremona, Pierpaolo Beluzzi, oggi Dondé ha chiuso con un patteggiamento a 800 euro di multa (pena coperta dall'indulto) una vicenda nata a Vilnius, capitale della Lituania, nell'hotel Narutis, dove il maestro del falso allestì una personale: 50 tele, tra cui falsi di Cezanne, Monet, Modigliani, Degas. La procura lituana si accorse che in mostra Dondè aveva portato il Picasso. Scattò la denuncia che ha portato al processo.