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Vendola: "Sono vittima del fuoco amico"

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Il presidente della regione Puglia: "Io un'anomalia che vogliono cancellare"

Maria Acqua Simi
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Nichi Vendola non calcola più, non misura le parole. E vomita tutto quello che pensa. In merito alle accuse di questi giorni, alla (non confermata) notizia di un'indagine aperta su di lui dalla Procura, parla chiaro. "Non sono più interessato a smascherare , a conoscere il mio denigratore. Mi sento impermeabile ai suoi schizzi di fango. Sono impegnato in una battaglia politica molto dura su più fronti: target del centro destra ma anche bersaglio del fuoco amico. Sono da sei mesi al centro di un tentativo di strumentalizzazione: le mie foto vengono associate alle inchieste sulle prostitute e sulla cocaina. La mia convocazione in Procura è stata preannunciata una settimana prima con clamore mediatico senza precedenti". In un'intervista resa alla Stampa e in un video pubblicato su Youtube, il presidente della regione Puglia incalza: "Capisco di essere un'anomalia e non riesco a darmi una spiegazione sul perchè mi ritrovi coinvolto in vicende giudiziarie dalle quali mi sento profondamente estraneo". Ancora: "La Puglia - ha aggiunto - è un laboratorio di riformismo radicale. Peccato che qualcuno l'abbia voluto trasformare in lotta al potere, mandando a quel paese una stagione di successi indubitabili". Sulla possibilità di farsi da parte nel caso di un'indagine formale: "Per quella telefonata - ha concluso Vendola - nella quale mi schiero per il ritorno in Puglia di un grande cervello emigrato negli Stati Uniti, il professore Giancarlo Logroscino? Ripeto, questi cinque anni di governo della Puglia sono un'anomalia che vogliono cancellare".

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