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Pannella in sciopero della fame per Iraq, Tibet e carceri

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La protesta non violenta del leader radicale comincerà stasera

Michela Ravalico
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Nuovo sciopero della fame per il veterano della lotta non violenta, Marco Pannella. Il leader radicale chiede verità sulla guerra in Iraq del 2003, chiarezza sui rapporti tra il Dalai Lama e Pechino e no alla «tortura» causata dalla malagiustizia carceraria in Italia. Per questi tre motivi Pannella inizierà da stasera uno sciopero della fame «a oltranza: un atto di nonviolenza per fare emergere la verità». Pannella lo ha spiegato nel corso di una conferenza stampa nella sede dei Radicali tenuta insieme con Emma Bonino, Marco Cappato e Mario Staderini. «Vogliamo la verità - ha detto - sulla criminale scelta del 2003 da parte di Bush, Blair e Berlusconi di muovere guerra all'Iraq, quando possiamo documentare che in quel momento era ampiamente probabile che Saddam Hussein avrebbe di lì a poco deciso di interrompere la sua crudele dittatura andando in esilio volontario. Andremo anche in Inghilterra e in America. Il secondo motivo è che la comunità internazionale accerti la verità nei rapporti tra il Dalai Lama e il governo cinese, che sostiene che il leader tibetano vorrebbe ottenere l'indipendenza con la violenza». Terzo motivo, ha proseguito Pannella, è il fatto che «la legislazione e la realtà italiane non sono compatibili con i trattati istitutivi dell'Europa, perchè l'Italia realizza in realtà la tortura di massa alla luce della gravissima situazione penitenziaria che coinvolge non solo i detenuti ma anche gli agenti e il personale penitenziario». A supporto di quest'ultima posizione i Radicali hanno diffuso un documento che riassume le cifre dei sovraffollamenti, dei suicidi e delle condizioni sanitarie e di vita della popolazione carceraria.

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