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Costretti ad imparare inno fascista

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Prima della gita a Roma

francesca Belotti
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Prima di andare in gita a Roma, costretti ad imparare un inno fascista. Succede a Pessano con Bornago, in provincia di Milano. Più precisamente alla scuola Daniela Mauro. Ad accorgersene è stata la nonna di uno studente  della scuola, prendendo in mano il diario del nipote, si è accorta che quella canzone lei la conosceva già. Il canto in questione è “Salve Dea Roma, fulgida in arme, all'ultimo orizzonte è la vittoria” ed è l'Inno a Roma che lei era stata obbligata a imparare in classe durante il Ventennio e che aveva poi sentito urlare ai repubblichini di Salò. Secondo la definizione di un'antologia della musica del Duce, edita nel 1931, “il più bello e difficile dei canti fascisti, su musica del Puccini”. La nonna dopo aver parlato con la figlia, la madre del ragazzo che frequentava la scuola, e lei con altri genitori ha fatto scoppiare la polemica nell'Istituto. Fino al 2006 la scuola Daniela Mauro veniva chiamata “Balilla” e il perché si è visto. Gli studenti della quinta C, sotto dettatura, avevano dovuto scrivere il testo sul diario per essere pronti a cantarla durante la gita scolastica a Roma. Un viaggio che prevede, fra le altre attività, anche la visita guidata alle Fosse Ardeatine, con un gruppo di partigiani, e una cantata collettiva di fronte al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Dopo le proteste, il preside Felice Menna ha chiesto alle maestre di cancellare il testo dai diari dei ragazzini. “È stato un errore – ha detto il dirigente– E' assurdo pensare che le maestre abbiano dato da studiare l'inno a Roma di proposito”.

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