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Shoah, giorno della Memoria

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Iran: "Cancellare l'Israele dalla mappa del mondo"

francesca Belotti
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Sessantacinque anni fa il campo di sterminio di Auschwitz veniva liberato. Quest'anno quella data coincide con il giorno della Memoria. Ma la Guida Suprema dell'Iran, invoca nuovamente la scomparsa di Israele, rilanciando l'appello del presidente Mahmoud Ahmadinejad a «cancellare Israele dalla mappa del mondo» e a interpretare l'Olocausto come un «mito».  «Di sicuro verrà il giorno in cui le nazioni della regione vedranno la distruzione del regime sionista - ha dichiarato Khamenei-. I tempi di questa dipendono dal modo in cui le nazioni islamiche affronteranno il tema». Intanto per celebrare il Giorno della Memoria si raccoglieranno in preghiera e in festa ex internati del campo di concentramento, reduci dell'Armata rossa che 65 anni fa liberarono il campo, studenti da tutta Europa, e molte personalità politiche, tra cui il premier israeliano Benjamin Netanyahuri. Previste cerimonie e preghiere. Furono circa 1,1 milioni gli uomini che hanno perso la vita in questo luogo. Al Quirinale, alla presenza del presidente Giorgio Napolitano e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, verranno consegnate le medaglie d'onore ai cittadini italiani superstiti dei lager. "È una tragica esperienza ancora carica di insegnamenti e di valori", ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Quirinale ringraziando con commozione gli studenti che si sono impegnati ad approfondirne la conoscenza. "È motivo di concorso per noi. Noi non chiediamo di meglio per trasmettere il testimone, a nome dello Stato, ai giovani". Il Memoriale della Shoah di Milano - Un'opera «altamente significativa». Così il presidente  della Repubblica Giorgio Napolitano ha manifestato il suo apprezzamento per la prima pietra posta a ricordo della tragedia dei campi di sterminio. Nel Giorno della Memoria, con una nota del Quirinale, Napolitano manifesta la stima nei confronti del Presidente della Fondazione, Ferruccio De Bortoli, «per avere portato a compimento il non facile percorso necessario per dare inizio ad un'opera che ritengo altamente significativa, quale luogo di testimonianza di un evento tragico che dovrà per sempre rimanere quale monito nella memoria delle generazioni future». Il presidente della Repubblica ricorda con commozione la visita di tre anni fa «in quel cupo sotterraneo della Stazione di Milano che era punto di partenza per il viaggio dei treni blindati diretti ai campi di sterminio nazisti, dove vennero atrocemente eliminati più di ottomila italiani di religione ebraica: uomini e donne di ogni età, vecchi e bambini, scoperti ed arrestati in Italia con l'attiva e consapevole complicità della Repubblica Sociale». Ricordare quegli atroci fatti che «risalgono a una fosca stagione della nostra storia» è un dovere. Se non lo rispettassimo, «peccheremmo di colpevole indifferenza. Così come non dimentichiamo il grande stuolo dei giusti italiani che, a rischio della loro stessa vita, contribuirono a salvare molte migliaia di ebrei, non soltanto italiani. Fu la loro un'opera di riscatto per il nostro popolo».

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