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Il cibo è come una droga

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Secondo i ricercatori Usa, mangiare troppo genera dipendenza

Eleonora Crisafulli
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Mangiare troppo genera dipendenza. A lanciare l'allarme è un gruppo di neuroscienziati statunitensi, secondo cui il cibo ha lo stesso effetto di droghe, alcol e fumo. L'obesità è quindi il frutto di una compulsiva ricerca del piacere guidata da un eccessivo funzionamento di una regione del cervello, non adeguatamente controllata dai freni inibitori. La ricerca del piacere - Petros Levounis, direttore dell'Addiction Institute of New York presso il St. Luke's and Roosevelt Hospitals di Manhattan, spiega che i comportamenti addittivi e le droghe 'manomettono' il sistema della ricompensa. Questo, in gran parte basato sul neurotrasmettitore dopamina, cerca continuamente la stessa sostanza che produce piacere, mentre i centri che controllano l'inibizione vanno in tilt. Il meccanismo è simile in tutte le forme di dipendenza e abuso, anche per chi mangia senza riuscire a fermarsi. Nei pazienti normali, la dopamina aumenta prima e durante un'attività piacevole (il cibo, il sesso), spingendo le persone a ripetere il gesto. Il problema insorge quando il ricordo e il desiderio di ripetere l'attività piacevole prendono il sopravvento: la dopamina infatti sale oltre i limiti, rompendo i freni inibitori. Levounis sottolinea: "Questa è l'essenza della dipendenza da una sostanza o abitudine: una guerra tra i meccanismi del piacere, che risultano manomessi, e i lobi frontali, che non riescono a trattenere l'impulso a ripetere l'esperienza piacevole". La soluzione, secondo gli scienziati, non può essere solo nei farmaci che agiscono sulla dopamina: alle medicine va associata la psicoterapia per ristabilire ordine nei meccanismi del cervello andati in tilt.

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