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Violentano una bambina, pagano i genitori

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"Non hanno educato i figli ai sentimenti e alle emozioni"

Eleonora Crisafulli
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Hanno violentato più volte una dodicenne. A pagare, letteralmente, per le colpe dei due ragazzini, di 14 e 15 anni , saranno i loro genitori. Lo ha stabilito il Tribunale civile di Milano, chiamato a esprimersi sulla vicenda: 450mila euro di risarcimento per la vittima, per «i turbamenti psichici» legati alla «consapevolezza di essere stata lesa nell'inviolabile diritto alla libertà sessuale», causa poi dell'«abbandono scolastico» che «ha comportato una riduzione di possibilità nel lavoro». Come scrive Luigi Ferrarella sul “Corriere della Sera”, secondo i giudici «le sopraffazioni sessuali compiute dai loro figli sulle ragazze testimoniano che i genitori non hanno trasmesso quella “educazione dei sentimenti e delle emozioni che consente di entrare in relazione non solo corporea con l'altro”; e non hanno badato a che “il processo di crescita” dei loro figli “avvenisse nel segno del rispetto dei sentimenti, dei desideri e del corpo dell'altra/o”. Queste le motivazioni della condanna. Perché, secondo il giudice Bianca La Monica, nelle famiglie italiane non serve solo «l'indicazione al rispetto delle regole» da parte dei genitori ai figli. Ciò che è mancato, all'interno di contesti familiari “normali”, è l'educazione ai sentimenti e alle emozioni, di cui non c'è traccia nel comportamentio e nel racconto dei due giovani aguzzini: «asettico, con parole non espressive di emotività, usando per la ragazza espressioni che evidenziano come nessuna considerazione vi fosse per la persona. Però gli stessi ragazzi, una volta sollecitati a riflettere sull'impatto della loro condotta sulla coetanea, hanno mostrato barlumi di consapevolezza e di empatia, mettendo in gioco anche qualche emozione, a conferma dell'importanza di un'educazione anche dei sentimenti». Il giudice non ha dubbi: «Se messaggi educativi vi sono stati - riporta ancora Ferrarella - non sono stati adeguati o non sono stati assimilati, sicché deve ritenersi che da parte dei genitori non sia stata prestata dovuta attenzione all'avvenuta assimilazione da parte dei figli dei valori trasmessi. E in particolare, trattandosi di figli preadolescenti o adolescenti, non è stata dedicata cura particolare, tanto più doverosa in presenza di opposti segnali provenienti da una diffusa cultura di mercificazione dei corpi, a verificare che il processo di crescita avvenisse nel segno del rispetto del corpo dell'altra/o».

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