Bologna al voto nel 2011

Michela Ravalico

Bologna non si salva dal commissario. Secondo quanto dichiarato oggi dal ministro dell'Interno Roberto Maroni, "le elezioni a Bologna non si potranno fare nel prossimo marzo (in concomitanza con le Regionali, ndr) perchè le dimissioni del sindaco sono arrivate oltre il termine utile". Al massimo, se maggioranza e opposizione riusciranno a mettersi d'accordo, si andrà a votare in primavera o in autunno, ma qualche mese di commissario a Bologna non glielo toglie nessuno. Sfumata la possibilità di un decreto che anticipi la data per il voto a Bologna, la procedura dopo le dimissioni di Delbono segue adesso la via prevista dalle leggi. Delbono rimarrà, teoricamente, in carica fino al 17 febbraio, quando saranno trascorsi i venti giorni previsti dalla legge perchè le dimissioni diventino irrevocabili. Dal 18 febbraio, quindi, il ministero procederà allo scioglimento del consiglio comunale e, contestualmente, alla nomina del commissario prefettizio che governerà il Comune di Bologna fino all'elezione del sindaco. La spiegazione di Maroni - Le dimissioni del sindaco Delbono sono avvenute il 28 di gennaio, al di là del termine utile per poter votare. «L'intervento del governo con un decreto legge non è possibile - ha spiegato Maroni - per ragioni tecniche e giuridiche e questa decisione è suffragata da un parere importante dell'Avvocatura dello Stato sulla base anche di precedenti giurisprudenziali della Cassazione che ritiene che non si possa con un decreto legge intervenire dopo la presentazione delle dimissioni per ridurre i termini. Si è fatto in passato prima, ma non si può fare dopo». Il ministro ha però aggiunto che «il parlamento naturalmente è sovrano e se lo riterrà potrà approvare una modifica legislativa all'attuale normativa in materia di enti locali per far andare Bologna e altri 4 comuni, che nel frattempo si sono sciolti, ad un eventuale turno supplettivo in primavera o in autunno». «Senza questo intervento legislativo da parte del Parlamento le elezioni si faranno nel turno ordinario e cioè nel 2011». Lo sdegno del Pd - Grande delusione e rabbia ha esperesso il segretario del Pd Bologna, Andrea De Maria: "Il governo si comporta come Ponzio Pilato. Ma è uno smacco ai gruppi consiliari del Consiglio comunale che avevano chiesto all'unanimità di votare subito" . In una nota ricorda che il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, "dopo tante parole, che assicuravano il voto a marzo in caso di dimissioni del sindaco subito dopo l'approvazione del bilancio, cosa puntualmente avvenuta, ha messo davanti a Bologna gli interessi di parte". Questo configura un "atteggiamento pilatesco del governo, che prospetta addirittura un voto nel 2011, è davvero irresponsabile".