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Il Papa chiede chiarezza sul caso Boffo

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"E' in corso una campagna diffamatoria contro la Santa Sede" si legge in un comunicato del Vaticano. Anche la Cei conferma

Michela Ravalico
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Dopo settimane e settimane di chiacchiere, articoli insinuosi e illazioni, il Papa ha deciso di dire la sua sul caso Boffo. E sono parole che pesano più delle pietre. In un comunicato della sala stampa vaticana, diffuso nel primo pomeriggio di martedì, Benedetto XVI fa dire che è in corso "una campagna diffamatoria contro la Santa Sede, che coinvolge lo stesso Romano Pontefice".  Il Pontefice, inoltre, dice "che è sempre stato informato" e aggiunge di "deplorare questi attacchi ingiusti e ingiuriosi e rinnovare piena fiducia ai suoi collaboratori e pregare perchè chi ha veramente a cuore il bene della Chiesa operi con ogni mezzo perchè si affermino la verità e la giustizia". La nota ufficiale del Vaticano - "Dal 23 gennaio - si legge - si stanno moltiplicando, soprattutto su molti media italiani, notizie e ricostruzioni che riguardano le vicende connesse con le dimissioni del direttore del quotidiano cattolico italiano Avvenire, con l'evidente intenzione di dimostrare una implicazione nella vicenda del direttore de L'Osservatore Romano, arrivando a insinuare responsabilità addirittura del cardinale segretario di Stato. Queste notizie e ricostruzioni non hanno alcun fondamento. E' falso, inoltre, che responsabili della Gendarmeria vaticana o il direttore de L'Osservatore Romano abbiano trasmesso documenti che sono alla base delle dimissioni, il 3 settembre scorso, del direttore di Avvenirè. E' altresì falso che il direttore de L'Osservatore Romano (Giovanni Maria Vian, ndr) abbia dato - o comunque trasmesso o avallato in qualsiasi modo - informazioni su questi documenti, ed è falso che egli abbia scritto sotto pseudonimo, o ispirato, articoli su altre testate. Appare chiaro dal moltiplicarsi delle argomentazioni e delle ipotesi più incredibili - ripetute sui media con una consonanza davvero singolare - che tutto si basa su convinzioni non fondate, con l'intento di attribuire al direttore de L'Osservatore Romano, in modo gratuito e calunnioso, un'azione immotivata, irragionevole e malvagia. Ciò sta dando luogo a una campagna diffamatoria contro la Santa Sede, che coinvolge lo stesso Romano Pontefice. Il Santo Padre Benedetto XVI, che è sempre stato informato, deplora questi attacchi ingiusti e ingiuriosi, rinnova piena fiducia ai suoi collaboratori e prega perchè chi ha veramente a cuore il bene della Chiesa operi con ogni mezzo perchè si affermino la verità e la giustizia". La nota della Cei- Anche la Conferenza Episcopale Italiana ritiene che il susseguirsi di indiscrezioni di stampa sul caso Boffo abbia "dato vita ad una campagna diffamatoria contro la Santa Sede". La Presidenza della Cei, si legge in una nota, "accoglie il comunicato della Segreteria di Stato ispirato dalla volontà prioritaria e pienamente condivisa di evitare che il bene della Chiesa sia compromesso da notizie e ricostruzioni che hanno dato vita ad una campagna diffamatoria contro la Santa Sede". "Facendo nostra questa medesima preoccupazione - viene aggiunto -, auspichiamo che la presa di posizione odierna contribuisca a rasserenare il clima, segnato da una vicenda dolorosa che in questi mesi è andata oltre la sua valenza effettiva". Per la Presidenza Cei, "rimane viva e conforta la consapevolezza che la Chiesa è sorretta dalla forza del suo Signore, mentre rinnoviamo l'impegno ad operare per l'affermazione della verità e della giustizia". Le parole di Andreotti- Nei confronti del Vaticano c'è stato in questi mesi un "sottofondo di ostilità" rispetto al quale oggi la Santa Sede prende posizione in modo "duro" e "giustificato". Lo sottolinea il senatore a vita Giulio Andreotti che all'ADNKRONOS dice di considerare solo "pettegolezzi" quanto riferito da organi di informazione su presunte guerre all'interno dei Sacri Palazzi. "Certo che c'è un sottofondo di ostilità -afferma il sette volte presidente del Consiglio- che giustifica questa reazione piuttosto dura» da parte del Vaticano. D'altronde, anche quello che viene scritto sulle ipotetiche lotte di potere Oltretevere, non sono che "pettegolezzi fatti all'esterno" dello stesso Vaticano. E poi, conclude Androtti, riferendosi alle indiscrezioni secondo cui la vicenda dell'ex direttore di Avvenire Dino Boffo sarebbe da mettere in relazione a presunti dissapori tra presidente della Cei Angelo Bagnasco e al Segretario di Stato Tarcisio Bertone, «conosco tutte le persone e si tratta di persone che sono al di fuori di ogni piccola meschinità di questo genere". Facebook difende Boffo-  Secondo quanto riportato dall'Ansa, sono molti i gruppi nati su Facebook in difesa della Chiesa. "Abbiamo voluto promuovere questa iniziativa con la creazione del gruppo 'I cattolici contro le menzogne per screditare il Vaticanò dopo che in questi giorni i giornali hanno creato e disegnato scenari che poi come al solito si sono dimostrati infondati". Così Nicola Di Stefano, presidente di Famiglia e Valori, spiega la creazione di un gruppo cattolico in difesa della Santa Sede sul social network Facebook, alla luce della nota con cui la Segreteria di Stato ha oggi smentito il presunto coinvolgimento del direttore dell'Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, e del segretario di stato vaticano, il card. Tarcisio Bertone, nella vicenda delle dimissioni di Dino Boffo, ex direttore di Avvenire. «Il gruppo - aggiunge Di Stefano - intende contrastare le aggressioni contro il cristianesimo, la Chiesa e i cattolici in genere, che si stanno diversificando e specializzando: si va dal vilipendio del Sommo Pontefice alla satira irriverente, dalla provocazione del senso religioso al falso storico: la cronaca più recente ne ha dato ampia conferma». Il gruppo ha, al momento, quasi 700 membri.

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