"Basta napoletano, al Festival cantino tutti i dialetti"
Il ministro Zaia: va rotto il monopolio partenopeo
Basta con questa fissa della canzone napoletana. A Sanremo devono cantare tutti i dialetti. Lo dice il ministro Zaia, che chiede una specie di pari opportunità per tutte le Regioni. "Auspico che a Sanremo ci sia una 'par condicio' dei dialetti, e che non accada più come quest'anno dove è stato privilegiato il napoletano con la canzone di Nino D'Angelo", ha dichiarato il Ministro per le Politiche Agricole intervistato da Klaus Davi per il suo programma di approfondimento politico KlausCondicio. "Mi appello ad Antonella Clerici e a mamma Rai - continua il Ministro - affinchè il prossimo anno valutino l'opportunità di introdurre una par condicio per i dialetti e una sezione speciale del Festival dedicata agli idiomi di tutta la penisola. Quest'anno si è persa una grande occasione, se ci deve essere una canzone in napoletano allora ce ne sia una anche in veneto, in siciliano o in toscano. Se il Festival deve essere 'della canzone italiana' allora sia interamente in italiano, altrimenti venga introdotta una percentuale che tuteli tutti i dialetti. Noi ormai ci siamo assuefatti a sentire parlare in romano o in napoletano e non abbiamo nessun problema ad ascoltare una canzone in questi dialetti. Ovviamente ne avremmo qualcuno in più con altre lingue. Perchè? Perchè puntualmente si scartano". "Mi auguro che il prossimo anno il regolamento preveda già nella giuria di selezione una sezione dedicata alla canzoni interpretate in italiano, ipotizziamo l'80%, ed una sezione ad hoc destinata alle canzoni in lingua locale. Sanremo è un grande evento nazionale, è una bandiera - conclude il Ministro - ma se non garantiamo la presenza di tutti i dialetti allora si facciano concorrere solo canzoni in italiano".