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Inchiesta G8-Maddalena, il procuratore Toro si dimette

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Il magistrato indagato per rivelazione del segreto d'ufficio. Coinvolto anche il figlio

Michela Ravalico
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Il procuratore aggiunto di Roma Achille Toro, indagato nell'ambito dell'inchiesta per gli appalti G8 alla Maddalena, si è dimesso dall'ordine giudiziario. Lo ha fatto inviando una lettera al  procuratore della Repubblica di Roma Giovanni Ferrara che giovedì la inoltrerà al ministro Guardasigilli e al ministero di Grazia e  Giustizia e al Consiglio Superiore della Magistratura. Dando le dimissioni irrevocabili dopo 40 anni di servizio,  Achille Toro evita di essere sottoposto al procedimento disciplinare  che stava per essere avviato come richiesto dalla Procura generale  della Cassazione, alla quale spetta appunto la via dei procedimenti di natura disciplinare riguardanti i magistrati. Indagati padre e figlio - "Voglio essere libero di difendere la mia onorabilità e quella di mio figlio Camillo (anch'egli indagato dalla procura di Firenze, ndr) -scrive Toro- e nel contempo desidero eliminare ogni ragione di imbarazzo nell'ambiente di lavoro. Così, con grande rammarico, ma con animo sereno, dichiaro la mia volontà di dimettermi  dall'ordine giudiziario con effetto immediato". Le accuse - Rivelazione del segreto d'ufficio. E' questo il reato ipotizzato dalla procura di Firenze (e ora al vaglio della procura di Perugia, per competenza territoriale) per Achille Toro, il procuratore aggiunto della capitale.  Secondo gli investigatori, sarebbero lui e il figlio Camillo le fonti dell'avvocato Edgardo Azzopardi che, a nome degli altri indagati, nell'estate del 2009 cerca di capire se ci sono indagini in corso su di loro.  In passato Toro era già stato indagato a Perugia insieme con Giovanni Consorte, numero uno della Unipol e braccio armato della finanza rossa, sempre per una ipotesi di rivelazione del segreto d'ufficio. Il procedimento è stato archiviato, ma quel fascicolo ha posto Toro in una situazione difficile. 

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