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Leonardo difende il Milan

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"Basta una parola di Berlusconi e vado via"

Eleonora Crisafulli
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«Se il presidente vuole che mi metta da parte, basta una sua parola». Così il tecnico del Milan Leonardo commenta le valutazioni di Berlusconi sull'andamento della squadra. L'allenatore rossonero garantisce che gli accordi sono «molto ma molto chiari. C'è stata una politica stabilita e io non ho nessun problema. Sono sempre molto tranquillo». Anche perché «per andare avanti ci vuole la cosa più importante, ci vuole tranquillità e queste cose non fanno bene alla squadra. Ma neanche male, perché è una squadra matura». Una squadra eccezionale - Leonardo è disposto a farsi da parte, a patto che nessuno attacchi la squadra: «Sono da 13 anni in questa società e basta una parola del presidente, una. Non ho problemi di contratto la società non pagherà mai due allenatori. Nel frattempo, voglio essere concentrato sulla squadra che va difesa perché loro quest'anno hanno fatto cose eccezionali, tutti. La squadra ha prodotto in un certo periodo un gioco straordinario e questo va difeso; contro il Manchester ha giocato meglio e questo va difeso: abbiamo perso ma le cose vanno analizzate con logica». Contro il Bari - Dopo la partita contro il club inglese, il Milan «è più forte di prima» e «più convinto dei suoi mezzi». Il tecnico rossonero ricorda che «all'inizio della stagione ci davano per qualsiasi cosa, tranne che arrivare a febbraio terzi in campionato con una partita in meno e ancora in Champions». Dida «non ha colpe» nella sconfitta contro il Manchester, ma «il suo momento va valutato» e potrebbe essere quindi Abbiati il titolare a Bari. Marco Borriello è di nuovo disponibile e per la prima volta tra i convocati è stato inserito anche il giovane ghanese Dominic Adiyah. Assenti, invece, Zambrotta, Seedorf, Antonini, Flamini, Kaladze e Mancini. La stoccata di Berlusconi - Lo scorso 18 febbraio il premier ha sussurrato ad alcuni senatori del Pdl in una cena a Palazzo Grazioli: «Il Milan ha tutto per vincere: ha ottimi giocatori. Se li facessero giocare come devono...».

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