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Serra fa lo snob

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Il giornalista di Repubblica su Sanremo: "Pubblico mediocre e ignorante". Poi attacca il "basso livello" di chi ha votato il Savoia

Maria Acqua Simi
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Michele Serra ne ha combinata un'altra delle sue. L'umoralista di Repubblica, come lo definisce il Foglio, questa mattina se ne esce con un pezzullo in prima pagina titolato "Il telepopolo contraffatto". In buona sintesi, il giornalista non crede possibile che gli italiani attraverso il televoto abbiano potuto votare il Savoia. O meglio, non crede che "la metà intelligente" del popolo italiano possa averlo fatto. A Sanremo vota questo genere di pubblico, allevato in lunghi decenni a quella forma suprema di obbedienza che è la mediocrità Citiamo testualmente: " Il televoto sanremese, anche ammesso che sia dimostrabilmente pulito e non manipolato, indica i legittimi gusti di circa la metà del paese. Dentro quella metà, non è difficile immaginare che il patriottismo da operetta del Savoia abbia incontrato il favore, come dire, delle fasce non protette del pubblico: quelle televisive, quelle che non leggono libri, non vanno a teatro, non vanno al cinema, e non hanno avuto tempo e modo di racimolare qualche termine di paragone, qualche elemento di conoscenza extra-televisivo. Sanremo è soprattutto per loro". Fa lo snob, Serra. Non concepisce che un buon lettore di libri possa guardare Sanremo, come se la tv fosse prerogativa degli sciocchi. E, infatti, l'umoralista continua: "Sanremo è confezionato a loro misura, e in fondo il vero sbalordimento sarebbe se questo genere di pubblico, allevato in lunghi decenni a quella forma suprema di obbedienza che è la mediocrità, avesse bocciato il Savoia e votato per le poche belle canzoni". Insomma, il giornalista di Repubblica non salva proprio nessuno. Tranne se stesso, che dalla prima pagina di Repubblica può sentenziare contro "la vera manipolazione", quella che "sta nella costante educazione al basso livello".

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