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Il referendum beffa ancora i Savoia

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Mistero televoto: Filiberto era in vantaggio di 200 mila preferenze a 4 minuti dallo stop. Ma poi è arrivato secondo

Albina Perri
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di Franco Bechis- È il destino dei Savoia. Sessantaquattro anni dopo il contestatissimo risultato del referendum sulla monarchia un altro giallo elettorale segna la famiglia reale italiana. Perché più di un'ombra ha accompagnato il televoto che nella notte fra sabato e domenica ha tolto di un soffio la vittoria del festival di Sanremo a Emanuele Filiberto di Savoia. Secondo autorevoli indiscrezioni circolate anche fra le prime fila del teatro Ariston quella notte, alla chiusura del televoto fra i tre finalisti era in testa proprio la canzone “Italia amore mio” scritta e cantata da Emanuele Filiberto insieme a Pupo e al tenore Luca Canonici. Secondo autorevoli indiscrezioni, alla chiusura del televoto fra i tre finalisti era in testa proprio la canzone “Italia amore mio” scritta e cantata da Emanuele Filiberto  Il primo responso ha fatto tremare l'intero vertice della Rai: il vantaggio era di circa 200 mila televoti sull'immediato inseguitore, Vario Scanu con la sua “Per tutte le volte che”. Dietro le quinte è scoppiato il panico; nessuno avrebbe saputo gestire sul palco la eventuale vittoria del trio più contestato e fischiato del Festival. Il dirigente di Rai Uno preposto alla organizzazione del Festival ha chiesto se il conteggio era definitivo e gli è stato risposto che probabilmente bisognava attendere ancora qualche minuto per comprendere anche gli sms che avevano paralizzato il sistema concentrandosi proprio alla fine del televoto. Nel giro di appena quattro-cinque minuti è arrivato il riconteggio finale che è stato in grado di fare tirare più di un sospiro di sollievo alla Rai, ad Antonella Clerici e a tutta l'organizzazione sanremese. In quella manciata di minuti infatti il responso si è letteralmente capovolto: la ressa finale di sms riguardava uno solo dei protagonisti, Scanu, che è riuscito a recuperare sul trio reale la bellezza di 220 mila voti, piazzandosi al primo posto per circa 20 mila lunghezze. Ma quei quattro-cinque minuti, come l'intera gestione del televoto anche nelle fasi precedenti, hanno scatenato polemiche roventi, che ricordano appunto quelle sulla vittoria truccata della Repubblica nel lontanissimo 2 giugno del 1946. Anche allora il primo responso ufficioso (che fu perfino comunicato al Papa) diede un risultato poi capovolto nel responso ufficiale. Certo, a Sanremo si trattava solo di canzonette e il Savoia in questione, Emanuele Filiberto, era più che felice del secondo posto ottenuto. Probabilmente alle sue orecchie reali non è nemmeno giunta l'indiscrezione sul primo responso del televoto. È certo invece che la classifica ufficiale sia stata comunicata ai diretti interessati dietro le quinte, prima della proclamazione ufficiale sul palco. Mentre la Clerici infatti in diretta televisiva fingeva emozione e creava suspance per l'apertura della busta, non inquadrato dalle telecamere Emanuele Filiberto gesticolava comunicando con una mano il suo secondo posto a Milly Carlucci che ne chiedeva notizia dalla prima fila del teatro Ariston. In contemporanea Marco Mengoni segnava con una mano il “3” per comunicare alla platea in anteprima la sua posizione in classifica. Nessuna conferma ufficiale da parte della Rai, naturalmente, su quei quattro minuti che hanno cambiato il destino di un festival: l'azienda non vuole fornire nessuna cifra sui voti in classifica Nessuna conferma ufficiale da parte della Rai, naturalmente, su quei quattro minuti che hanno cambiato il destino di un festival: l'azienda non vuole fornire nessuna cifra sui voti in classifica. Solo nella garanzia dell'anonimato uno dei massimi rappresentanti della Rai ha confermato a Libero che «sì, anche a me risultava che il trio con Emanuele Filiberto fosse avanti di 200 mila voti nel televoto già nella selezione della terna finale e sono restato sorpreso del capovolgimento della classifica in così pochi minuti, in un orario in cui per altro gli ascoltatori si stavano assottigliando». Mentre il Codacons impugna i risultati di quel televoto, il giallo “Savoia” in ogni caso allunga un'ombra in più su un finale di serata al Festival che definire convulso sarebbe poco. Prima la plateale protesta dell'orchestra contro la classifica, poi l'idea non brillantissima di mandare per sedare gli animi l'intermezzo sui cassintegrati Fiat condotto da Maurizio Costanzo. Infine i fischi a Pierluigi Bersani e la claque animata dalla quinta sesta fila dal ginecoloco romano Severino Antinori (che urlava verso Costanzo “piduista, piduista”), sedato solo da un gesto minaccioso del dirigente Rai, Guido Paglia.

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