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L'ostaggio francese liberato parla dei rapitori:

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"Hanno tentato di farmi convertire all'Islam"

Monica Rizzello
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È stato liberato pochi giorni fa, Pierre Camatte, l'ostaggio francese, dopo tre mesi di prigionia in Mali. L'uomo ha descritto i suoi rapitori: «Hanno tentato, più volte, di farmi convertire all'Islam». «Si tratta - ha aggiunto parlando degli uomini che lo hanno rapito - di «fanatici», per lo più di giovane età, convinti di «avere la verità suprema». «Hanno una verità che considerano la verità suprema» ha spiegato l'ex ostaggio, raccontando che i suoi sequestratori «leggono tutto il tempo il Corano, dicono che i musulmani di Francia non sono veri musulmani, che sono loro che possiedono la verità e che il loro obiettivo è di islamizzare il mondo intero. Sono dei fanatici», ha ribadito ieri il francese in una conferenza stampa a Bamako prima di partire per la Francia, dove è arrivato oggi. Camatte, parlando dei suoi giorni di prigionia ha spiegato che «la cosa più dura è stata la solitudine», ma anche le condizione di prigionia: «è difficile immaginare una prigione. Si è isolati, non ci si deve muovere, c'è il caldo del Sahara, le condizioni di igiene erano spaventose, l'alimentazione e l'acqua disgustose...». Camatte, 61 anni, ha parlato alla stampa ieri nella capitale del Mali Bamako, prima di partire per la Francia, alla presenza del presidente Nicolas Sarkozy e del ministro degli Esteri Bernard Kouchner, volati in Africa per riportarlo in patria. Il 61enne era stato rapito il 26 novembre scorso in un albergo ed è stato liberato martedì scorso. Nelle mani dell'Aqmi, il gruppo di Al Qaida per il Maghreb, ci sono ancora 5 ostaggi europei: gli italiani Sergio Cicala e la moglie, Philomene, e tre cooperanti spagnoli.

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