Rai, stop ai talk show

Eleonora Crisafulli

Stop ai talk show per un mese. Come previsto, nonostante le polemiche, il Consiglio di amministrazione della Rai, a maggioranza, ha approvato la sospensione dei dibattiti politici in tv fino al voto delle Regionali. Lo rende noto il consigliere d'amministrazione Giorgio Van Straten che esprime la sua contrarietà: «Il direttore generale della Rai, col sostegno della maggioranza del Consiglio di amministrazione, ha deciso di sopprimere per un mese l'informazione sulla televisione pubblica. Restano i notiziari, ma questo, visti i comportamenti dell'attuale direzione del Tg1, non può rassicurare nessuno». Una scelta sbagliata - La Rai applica così il controverso regolamento per la par condicio. Ma Van Straten sostiene che la scelta sia sbagliata, Restano i notiziari, ma questo, visti i comportamenti dell'attuale direzione del Tg1, non può rassicurare nessuno«perché fa venir meno il nostro dovere di servizio pubblico, crea polemiche e conflitti esterni, procura un danno alla Rai in termini di ascolti e quindi anche di ricavi pubblicitari. Come consigliere di amministrazione ho espresso la mia totale contrarietà a questa scelta di applicazione del regolamento della Vigilanza, un regolamento che oltretutto molti autorevoli giuristi hanno valutato come incostituzionale». Vespa s'arrabbia - Anche Vespa interviene. "E' una decisione grave, ingiusta e  sorprendente. So bene che certe trasmissioni hanno sempre calpestato  la par condicio nella sostanza prima ancora che nella forma. Ma non è una ragione sufficiente per azzerare l’intera informazione politica  della Rai alla vigilia delle elezioni".  Queste le parole del conduttore di "Porta a Porta" nel commentare  le decisioni del CdA della Rai. "Il danno economico e d’immagine che ne viene all’azienda è largamente superiore ai  rischi che si sarebbero corsi con alcuni programmi settari. In ogni  caso, quello stabilito oggi è un precedente molto preoccupante  perché disabilita i principali conduttori giornalistici della Rai dal toccare la politica in campagna elettorale e li delegittima rispetto  ai colleghi delle televisioni commerciali che certamente vinceranno il loro ricorso contro il deliberato dell’Autorità garante”. Ballarò s'indigna - Anche Floris, conduttore di "Ballarò", si dice sbalordito: "È il trionfo del silenzio sull'informazione. È una situazione che non ha precedenti nel mondo occidentale. Ai giornalisti del servizio pubblico viene impedito di fare informazione: è un danno per l'azienda, un danno per gli abbonati, un danno per il sistema. Cercheremo ogni spazio nel diritto e nei regolamenti per riuscire ad andare in onda".