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Frane in Uganda: almeno 80 morti

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Più di 400 i dispersi

Monica Rizzello
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Sono 80 i morti accertati e più di 400 i dispersi, a causa della frana che si è abbattuta ieri mattina su diversi villaggi nell'est dell'Uganda, al confine col Kenya. Lo rende noto la Croce Rossa ugandese. Il fango, portandosi dietro alberi e detriti, è franato su tre villaggi da una montagna nell'Uganga orientale, in seguito alle piogge torrenziali che ieri sono cadute senza tregua sulla regione. La violenza dell'acqua e delle frane si è abbattuta sui villaggi di Namesti, Kubehwo e Namangasa intorno alle 06:00 del mattino, sorprendendo centinaia di persone ancora nel sonno. Anche la chiesa e il presidio medico, con un piccolo reparto maternità, sono stati investiti dalla colata di fango. Il maltempo continua a imperversare, rallentando i soccorsi. Anche l'esercito si è mobilitato, ma molte strade sono interrotte e raggiungere il luogo del dramma è complicato. Nei tre villaggi colpiti, secondo Musa Ecweru, ministro ugandese per le situazioni d'emergenza, solo poche persone sono state ritrovate in vita. La regione del disastro è Bududa, la città più vicina è Mbale, e dista una quarantina di chilometri dalla frana più distruttiva. La Croce Rossa ugandese cerca di far arrivare ai sopravvissuti viveri e bottiglie d'acqua. Secondo gli esperti, sarebbe a rischio l'intera regione del Monte Elgon, dove abitano complessivamente circa 3.000 persone, alcune in agglomerati di dimensioni poco più che familiari. Quest'anno la situazione è particolarmente grave, a causa del fenomeno climatico “El Nino” - fenomeno che provoca inondazioni, siccità e altre perturbazioni che variano a ogni sua manifestazione - in seguito al quale nell'ottobre 2009 l'Uganda aveva emesso un avviso di massima allerta, valido fino a marzo 2010. Il ministro Ecweru ha dichiarato che probabilmente l'area non potrà mai essere messa in sicurezza: perciò, una volta passata l'emergenza, almeno 7.000 persone che abitano in altre regioni montane limitrofe dovranno essere trasferite in località meno pericolose.

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