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"Il massacro di Srebrenica colpa dei soldati gay"

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Bosnia, la denuincia shock di un ex generale Nato

francesca Belotti
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Il massacro di Srebrenica in Bosnia è stata tutta colpa dei soldati gay. La denuncia shock, riguardo alla strage del 1995 in cui morirono 8 mila persone, arriva da John Sheehan, un generale americano in pensione, ex comandante delle forze Nato. Proprio mentre il Senato americano sta discutendo sugli omosessuali apertamente dichiarati in divisa, il militare è intervenuto per spiegare che il contingente olandese era gravemente impreparato a difendere i musulmani bosniaci dall'aggressione delle armate serbe perché c'erano anche numerosi soldati gay. «Il crollo dell'Unione Sovietica ha spinto gli eserciti europei, compreso quello olandese, a credere che non ci fosse più bisogno di persone dalla forte capacità di combattimento. Quindi hanno cominciato ad allargare le maglie del reclutamento, ammettendo anche i gay dichiarati», ha detto Sheehan. Sgomento e assolutamente contrario a questa visione è l'ambasciatore olandese a Washington, Renee Jones Bos: «Vorrei ricordare con orgoglio il contributo che gay e lesbiche hanno dato e danno quotidianamente alle nostre forze armate ormai da decenni distinguendosi in tanti teatri di guerra, e oggi in Afghanistan. La missione olandese a Srebrenica è stata studiata e valutata da molti rapporti al livello nazionale e internazionale, ma nessuno di loro – ha concluso l'ambasciatore – ha mai individuato alcuna relazione tra la strage dei musulmani e la presenza di soldati gay»

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