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Lazio, attesa per la decisione sul rinvio del voto

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Stasera o domani il verdetto dei tecnici della Regione. Sgarbi: "Se non slittano, è fascismo"

Eleonora Crisafulli
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E' attesa tra questa sera e domani la decisione sull'eventuale rinvio delle elezioni del 28 e 29 marzo nel Lazio. In queste ore, fanno sapere dalla Regione, gli avvocati e i tecnici regionali stanno lavorando per sciogliere la  matassà che potrebbe far slittare la chiamata alle urne dopo che la sentenza del Tar ha riaperto i giochi riammettendo la lista Rete Liberal Sgarbi alla competizione elettorale sia nella provincia di Roma che in quella di Latina. Se i tecnici decideranno di applicare il decreto interpretativo varato dal governo che fissa in non oltre 6 giorni prima del voto la campagna elettorale - spiegano alla Regione Lazio-  non ci sarebbe necessità di far slittare le elezioni,  previste per il 28 e 29 marzo, ossia tra 9 giorni. Se invece faranno riferimento alla legge elettorale regionale, in quel caso  sono previsti almeno 15 giorni di campagna elettorale e dunque in questo caso scatterebbe il rinvio delle elezioni.   Il caso Sgarbi - "Il ricorso è già partito, i documenti sono stati depositati. Ora sto andando nella sede di via dell'Umiltà a comunicare la fatidica notizia". Ad annunciare il ricorso per il rinvio del voto nella Regione Lazio è il capolista di Rete Liberal, Vittorio Sgarbi, riammesso il 17 marzo alla competizione dal Tar. Il candidato ha ottenuto l'approvazione del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, "d'accordo con questa decisione, al contrario dei suoi consiglieri". Il premier è intervenuto direttamente sulla vicenda durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi, sostenendo che "la lista Sgarbi abbia diritto a qualche giorno in più per fare campagna elettorale e quando uno ha un diritto è giusto che lo si rispetti". Se non c'è rinvio è fascismo - "Il Tar ci ha messo 20 giorni per contare 2.170 certificati, pretendo che quei giorni mi vengano restituiti. Altrimenti è fascismo, è regime". Esordisce così Vittorio Sgarbi leader della Rete liberal Sgarbi, riammessa alla competizione delle regionali per la provincia di Roma, in una conferenza stampa nella quale spiega la sua richiesta di rinvio del voto nel Lazio. Istanza sulla quale, sottolinea Sgarbi, "Berlusconi è d'accordo". "Io voglio la par condicio della campagna elettorale perchè fino a ieri l'altro non potevo nemmeno dire di essere candidato - incalza Sgarbi -. Gli altri hanno avuto quattro settimane per spiegare le proprie ragioni e programmi e io ne avrei solo una. Il minimo garantito devono darmelo, se dicono di no è regime".   L'incontro con Berlusconi - "Stamattina ho visto Berlusconi, ero convinto che mi dicesse ritira la lista, invece ha sorriso e mi ha detto hai ragione - racconta Sgarbi e aggiunge - Verdini non era d'accordo e infatti mi ha detto una cosa mai accaduta: '"Berlusconi ha torto". Io invece dico Berlusconi ha ragione perchè mi ha dato ragione". La manifestazione di domani - Sgarbi sarà presente in piazza con il Pdl. "Ho chiesto di parlare però mi hanno detto di no, racconta. Domani, dal palco di Piazza San Giovanni, parleranno solo il premier Silvio Berlusconi insieme ai tredici governatori candidati che, osserva Sgarbi, "sono tredici bravi ragazzi ma li conoscono solo i loro amici".  "omunque mi basterà che dal palco Silvio dica: Meno male che Sgarbi c'è". I dubbi di Storace - Fracesco Storace, candidato presidente alle regionali in Lazio per la Destra, ha dei dubbi sulla richiesta di Sgarbi di rinviare le elezioni. "La lista Sgarbi era già stata ammessa in tre province su cinque, al punto che è stata invitata alle Tribune regionali Rai. Stiamo parlando di un rinvio che non ha alcun fondamento". Lo dichiara Francesco Storace, segretario nazionale de La  Destra.  "Del resto, alle Politiche non si rinviano le elezioni se una lista viene riammessa in una circoscrizione. A noi, ad esempio, capitò in Abruzzo - sottolinea - mica avemmo il diritto di far  spostare le elezioni in tutta Italia...". La replica della Bonino - Per la candidata del Pd, Emma Bonino, "il rinvio delle elezioni va bene per chi ha un sacco di soldi, nella nostra situazione, per noi è più complicato. Non so come finirà in Consiglio di Stato. Io comunque non mi muovo, resto qui anche se si vota ad agosto e voglio che lo sappiano. Spero che potremo governare la Regione, altrimenti lo faremo dall'opposizione: a volte come è noto succede anche così".

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