"La sovranità in Italia appartiene ai giudici"
Il premier in Piemonte per sostenere Roberto Cota. "Faremo il presidenzialismo anche senza il concorso dell'opposizione"
Una campagna elettorale manovrata dalle procure di sinistra. Silvio Berlusconi, a Torino per sostenere il candidato Lega in quota Pdl Roberto Cota, mette nuovamente i puntini sulle i di questa campagna elettorale per le Regionali a suo dire viziata dai comunisti e dai pm di sinistra. "I giornali sono pieni solo di scandali inventati dalle Procure della sinistra - ha attaccato il premier dal palco del Lingotto - ma Cota toglierà il Piemonte dall'isolamento in cui la Bresso e il centrosinistra lo hanno precipitato". Per Berlusconi, "Cota è un carissimo amico che conosce i problemi del Piemonte perchè per quattro anni è stato presidente del consiglio regionale. E' un validissimo avvocato, una persona moderata, aperta agli altri, riflessiva ma capace di decisioni rapide e concrete". Sovranità appartiene ai giudici - Il presidente del Consiglio ha approfittato dell'occasione per tornare sui cavalli di battaglia della sua campagna elettorale. Sul caos liste, per esempio, si è espresso così: "Pensate al sovvertimento di quello che è la sovranità popolare. Appartiene al popolo, che va alle elezioni con cui si trasferisce la loro sovranità. Poi i parlamentari votano le leggi - ha proseguito il premier - che ricevono anche la firma del Capo dello stato. Quindi dovrebbero essere valide. Nemmeno per sogno. Se a questa sinistra dei giudici le leggi non vanno bene, mandano la legge alla Corte costituzionale, che ha 11 giudici di sinistra e 4 di centrodestra, e ottengono che la Corte abroghi la legge fatta dal Parlamento". "Di conseguenza - ha concluso Berlusconi - la sovranità nei fatti appartiene ai giudici di sinistra e non al Parlamento e questo è grave Le radici cristiane - Dopo l'appello della Cei a votare in base a chi rispetta la vita (ed è contro l'aborto), Berlusconi non manca di parlare anche di cristianità. "Credo sia lontano da ciò che c'è nel cuore e nella mente della nostra gente allontanarci dalle radici che la tradizione cristiana ci ha dato e fanno parte della nostra vita di sempre", ha detto il premier Presidenzialismo - E' uno dei punti del nuovo contratto con gli italiani che il leader del Pdl, assieme a tutti i partecipanti alla manifestazione di domenica scorsa a Roma, ha promesso di realizzare nei prossimi tre anni di legislatura. Una riforma su cui Gianfranco Fini, però, ha tirato il freno a mano, dichiarando che non è ancora matura. Ma Berlusconi va avanti deciso, "dobbiamo aggredire le grandi riforme e portare lo Stato e le sue istituzioni al servizio dei cittadini. Per fare questo dobbiamo cambiare la Costituzione e far eleggere dai cittadini il presidente della Repubblica o il premier. Questa è la grande democrazia", ha ribadito il premier durante il comizio elettorale per Cota a Torino. " E' una grande riforma e potremmo fare anche senza il concorso dell'opposizione", ha poi sottolineato Berlusconi, in riferimento alla polemica di Fini, che invece ieri ha escluso la possibiltà che si riesca a trovare un accordo.