Pescara, giovane aggredito da un rom

Monica Rizzello

È stato aggredito da un rom italiano all'uscita da un locale nel centro di Pescara e ora lotta tra la vita e la morte un giovane foggiano, in Abruzzo per trovare alcuni amici. L'aggressore è stato identificato grazie alle telecamere di sorveglianza e arrestato per tentato omicidio. Questa mattina è stato interrogato. L'INTERROGATORIO - Ha detto di essere stato in parte provocato dalla vittima e di aver reagito per impeto, Claudio Spinelli, il 23enne rom arrestato lunedì con l'accusa di tentato omicidio per aver aggredito, riducendolo in fin di vita, un giovane della provincia di Foggia. Spinelli, difeso dagli avvocati Raffaele Giacomucci e Luca Pellegrini, è stato interrogato stamane nel carcere di San Donato dal Gip del tribunale di Pescara Carla De Matteis alla presenza del Pm Giampiero Di Florio. Al termine dell'interrogatorio, l'avvocato Giacomucci ha riferito che lo zingaro ha mostrato segni di pentimento per quanto accaduto. «Sta malissimo - ha detto l'avvocato - l' abbiamo lasciato in condizioni pietose, piange, si dispera perchè si sta rendendo conto di quanto è successo». Gli avvocati hanno riferito che al momento del fatto Spinelli era ubriaco e aveva anche assunto cocaina. L'avvocato Pellegrini ha presentato richiesta degli arresti domiciliari. «Ragioni ostative - ha spiegato - non ce ne sono perchè non ha precedenti e pendenze in materia di evasione dagli arresti domiciliari». Per quanto riguarda gli amici che erano con lui al momento del fatto, gli avvocati hanno riferito che Spinelli ha fornito ai magistrati nomi e cognomi degli altri nomadi che erano con lui e in particolare di tre persone. Per quanto riguarda le condizioni della vittima restano stabili e ancora è in coma farmacologico presso il reparto rianimazione dell'ospedale civile di Pescara. Nel corso dell'interrogatorio davanti al Gip, Spinelli ha riferito ai magistrati che il tutto avrebbe avuto origine da una lite tra la vittima ed un suo cugino. Lui avrebbe cercato di separarli ma il ragazzo l'avrebbe seguito e a quel punto lui avrebbe reagito colpendolo con due pugni. IL DOLORE DEI FAMILIARI DELLA VITTIMA - Non si placa il dolore dei familiari di Luciano Zerrilli, il 22enne aggredito e tuttora in coma farmacologico. Chiedono giustizia, rivolgendo un appello ai testimoni dell'accaduto, che finora però non si sono presentati in Questura. «Perché sia fatta giustizia, però - afferma un cugino della vittima, Angelo Rutigliano - c'è bisogno che si vada a testimoniare. Ad oggi non c'è nessun testimone. Insieme alla Squadra Mobile noi famigliari rivolgiamo un appello perchè sappiamo che quando è avvenuto il fatto c'erano delle persone. È importante che si vada a testimoniare perché c'è una persona che aspetta solo di uscire. Purtroppo non c'è giustizia, la politica pensa solo a litigare». Sull'episodio Rutigliano chiarisce che il cugino «non è un tipo che provoca, è allegro e ha molti amici», e ci tiene ad aggiungere: «Non è vero che non è stato soccorso perché sembrava in coma etilico, ma perché la gente ha avuto paura. La verità, comunque, la sa soltanto l'aggressore. Lui sa perchè ha fatto questo gesto. Speriamo solo che mio cugino continui a vivere e noi familiari in questo momento gli vogliamo stare accanto». Angelo rivolge un appello anche ai media e alle istituzioni, affinché episodi come questo non vengano trascurati. Si è detto poi contento della visita del sindaco Luigi Albore Mascia e del presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa, i quali hanno messo a disposizione alloggi per gli amici e i familiari giunti da Biccari (Foggia). Stasera nel paese pugliese sarà organizzata anche una veglia di preghiera. Intanto continuano le indagini della Squadra Mobile: è stato identificato il gruppo di rom italiani che erano insieme all'aggressore al momento del fatto e sono stati ascoltati diversi amici della vittima. LA VICENDA - È stato colpito da due pugni e ha sbattuto la testa sul selciato, procurandosi lesioni gravissime, tra l'indifferenza della gente. È successo a Pescara la notte tra sabato e domenica a un giovane foggiano, ora in coma farmacologico. Con l'accusa di tentativo di omicidio gli agenti della squadra mobile di Pescara hanno arrestato un rom italiano 23enne, Claudio Spinelli. Gli inquirenti sono riusciti a ricostruire i fatti e ad arrestarlo, nonostante si fosse rifugiato in casa di alcuni parenti, grazie alle riprese della telecamera esterna al locale. Il fatto è avvenuto alle 3,52 della notte tra sabato e domenica fuori da un locale pubblico. Il questore, Paolo Passamonti, il procuratore della Repubblica, Nicola Trifuoggi, e il dirigente della Mobile, Nicola Zupo, hanno sottolineato la particolare gravità dell'episodio, perché avvenuto nell'indifferenza generale dei passanti e dei frequentatori del locale, che hanno continuato a bere e a mangiare nonostante il ragazzo fosse a terra privo di sensi. «Un episodio sconvolgente - ha detto infatti il questore Passamonti - che addolora perché avvenuto nell'indifferenza generale della gente». Per Trifuoggi «è anche peggio di quanto accaduto mesi fa a Napoli perché qui c'è soltanto un'indifferenza gravissima e ingiustificabile». Erano da poco passate le 3.30, quando la vittima, un ragazzo foggiano di 23 anni a Pescara per trovare degli amici, era uscito dal pub per fumare una sigaretta. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, a un certo punto il ragazzo sarebbe stato provocato per futili motivi da un gruppo di cinque nomadi fino a quando uno di questi lo ha colpito con due violenti pugni. Dai filmati delle telecamere che hanno ripreso la scena si vedono gli avventori del locale che passano indifferenti davanti al ragazzo steso per terra e privo di conoscenza. Quando un amico della vittima, che non ha assistito alla scena, lo ha visto a terra privo di conoscenza, pensando a un malore ha chiamato il 118. Ricoverato d'urgenza in ospedale, le tac hanno evidenziato delle fratture alla testa: a quel punto il personale del nosocomio ha avvertito la polizia, che ha avviato immediatamente le indagini. Il ragazzo, che è stato operato per un ematoma alla testa, è in coma.