Il monito della Marcegaglia

Maria Acqua Simi

Questa volta Emma Marcegaglia non ci è andata tanto per il sottile.  Dopo una lucida analisi della situazione attuale ("Stiamo entrando in una fase diversa, la caduta dell'economia si è probabilmente fermata, ora occorrre con forza e celerità impostare e realizzare azioni per costruire la fiducia nel futuro e per tornare a crescere", ha detto), alza i toni. "Le parole d'ordine non sono stare fermì ma al contrario sono cambiamento, riforme, coraggio, capacità di guardare avanti. Cose che nel nostro paese mancano ormai da decenni". Serve, secondo la leader di Confindustria, un "cambiamento strategico" dunque necessario e senza il quale il Paese sarà condannato ad una bassa crescita "senza capacità di creare nuova occupazione" e con debiti pubblici elevati a causa della crisi.  Poi l'affondo: "abbiamo uno Stato inefficiente che richiede sempre maggiori risorse per finanziarsi e che negli ultimi anni, invece che diminuire, ha aumentato la propria complicazione e che non è in grado di mettere in esecuzione alcuna riforma del Paese: c'è una stanchezza nel dire questo ma resta il problema più grave del Paese", denuncia parlando alla Giunta per presentare il programma della nuova squadra di presidenza guardando però con scetticismo al federalismo fiscale. Federalismo- "Il governo afferma che con il federalismo affronterà questo tema introducendo cambiamenti strutturali», dice e aggiunge: «pur mantendo alcune perplessità su questa impostazione saremo una voce forte, autorevole e di denuncia se necessario nel chiedere la riduzione di spesa pubblica improduttiva, la cancellazione di enti inutili, e l'opposizione al proliferare del socialismo municipale". Tra le riforme da "tallonare" da vicino sopratutto quella per una drastica riduzione della burocrazia e quella per fronteggiare i ritardati pagamenti della P.a, "uno scandalo nazionale che non siamo riusciti a correggere", conclude.