L'Inghilterra chiese armi al Duce

Eleonora Crisafulli

L'Italia era pronta a sostenere il riarmo dell'Inghilterra contro la Germania, all'inizio della Seconda guerra mondiale. A confermare l’insospettabile intesa tra Mussolini e Londra, dopo la dichiarazione di non belligeranza, nel settembre 1939, sono i dossier inediti dell'allora ministro degli Scambi e valute (Commercio estero), Raffaello Riccardi, protagonista dei negoziati segreti. Conservati da anni alla Wolfsoniana di Genova, i documenti sono resi accessibili per la prima volta dal collezionista e miliardario di Miami, Mitchell Wolfson. Posizione anti-tedesca - Scrive oggi sul quotidiano “Avvenire” Roberto Festorazzi, “la verità rimossa torna a galla svelandoci fino a che punto l'Italia si spinse per vanificare gli esiti di una guerra scatenata da Hitler e dalla Gran Bretagna, e frutto di opposti oltranzismi”. Riccardi, infatti, insieme al ministro degli Esteri e genero del Duce, Galeazzo Ciano, era contrario all'entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania. I mandati esplorativi - Per smarcarsi da Hitler, il ministro, d'accordo con Mussolini, già nel novembre del 1939, incaricò delle trattative tre eminenti figure del panorama industriale: l'ingegner Prospero Gianferrari, ex direttore dell'Alfa Romeo e presidente del Gruppo costruttori aeronautici, l'imprenditore israelita Cesare Sacerdoti, nume della cantieristica e membro dell'Associazione costruttori navali per l'estero, e l'industriale aeronautico Gianni Caproni. In tutta segretezza, Riccardi aprì un ufficio a Gianferrari, a Londra, per cercare accordi con il governo britannico. Il mandato esplorativo, come dimostra una relazione del 24 novembre, ebbe effetti sbalorditivi: l'industriale italiano informa di aver ricevuto al suo arrivo nella capitale inglese un'accoglienza “veramente magnifica”, da parte del Foreign Office e da un portavoce del premier Neville Chamberlain, che gli offriva un banchetto d'onore. Inoltre Gianferrari annuncia il suo imminente incontro all'Ammiragliato con Winston Churchill, Primo Lord e futuro responsabile del gabinetto di guerra. Tra i materiali dell'archivio Riccardi di straordinaria importanza è anche il rapporto “Ripresa delle conversazioni italo-inglesi”, non firmato e datato 17 dicembre 1939, un elenco preciso degli importi (26-28 milioni di sterline) stanziabili dal governo del Regno Unito per procacciarsi armamenti italiani. Il fallimento - L'accordo segreto fallì già nel gennaio del 1940. Il maresciallo Hermann Goering, per conto di Hitler, mandò una lettera a Mussolini nella quale si intimava l'immediata cessazione di forniture di materiale bellico. Il Duce si piegò al diktat: "forse non aveva ottenuto adeguate garanzie dal governo inglese sul soccorso all'Italia in caso di una vendetta tedesca". L'inasprimento del blocco navale attuato dal Regno Unito contro l'Italia spinse ulteriormente verso l'interruzione di ogni trattativa.