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Bersani risponde alle polemiche: "Il Pd è in piedi"

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"Anche se sentiamo la delusione per aver perso per una manciata di voti Lazio e Piemonte"

Michela Ravalico
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Ieri la lettera dei 49 senatori del Pd che chiedevano a Bersani uno scatto di reni. Oggi il leader del Pd risponde con un'altrettanto lunga e accorata lettera in un cui sottolinea gli errori, ma invita anche alla riscossa. "Le recenti elezioni regionali sono  state per tutti noi un passaggio importante, che ci mostra tutta la complessità e la profondità dei problemi che abbiamo di fronte - scrive nell'incipit Bersani -  Ma il Partito democratico è in piedi".  Il testo della lettera - "Sentiamo forte in queste ore la delusione per avere perso la guida di alcune regioni, e il Lazio e il Piemonte per una manciata di   voti. La delusione è solo in parte attenuata dal fatto che abbiamo conquistato comunque la presidenza di sette tra le tredici regioni in palio: un risultato certamente non scontato alla luce dei rapporti di forza che si sono determinati nelle  elezioni più recenti, tenendo conto che le elezioni regionali del 2005 si erano svolte dentro un altro universo politico". "Va rimarcato che per la prima volta dopo molto tempo, nel voto di domenica e lunedì scorsi si è verificato un arretramento   consistente dei consensi del Popolo delle libertà, solo in parte compensato dalla crescita della Lega; le distanze tra il campo del centrodestra e il campo del centrosinistra sono oggi sensibilmente inferiori rispetto a un anno fa, e quindi pur dentro a elementi di delusione si apre uno spazio per il nostro impegno e per il nostro lavoro". Secondo il segretario del Pd, "la possibilità di cambiare il corso delle cose è legata alla nostra capacità di offrire un'alternativa positiva e credibile, di dare un'altra possibilità agli italiani. Adesso dobbiamo accelerare. Da qui dobbiamo ripartire mettendoci al lavoro per rafforzare il nostro progetto e per dare radicamento a un Partito democratico concepito come una grande forza popolare, presente con continuità ovunque la gente vive e lavora e capace di offrire proposte che abbiano un contenuto sempre più visibile e coerente". "Diversamente, i rischi non solo di disaffezione dell'elettorato ma anche di radicalizzazione e di frammentazione impotente, non potrebbero che diventare più gravi. Dobbiamo servire il Paese raffigurandoci come un partito fondato sul lavoro, il partito della Costituzione, il partito di una nuova unità della nazione. Il Partito democratico è il partito di una nuova centralità e dignità del lavoro dipendente, autonomo, imprenditoriale e della valorizzazione del suo ruolo nella costruzione del futuro del Paese. È il partito che non accetta che il consenso venga prima delle regole e lavora per istituzioni più moderne rifiutando la chiave populista. È il partito che dà una risposta innovativa al tema delle autonomie nel quadro di una rinnovata unità nazionale". Quindi Bersani annuncia che "avvieremo insieme un grande piano di lavoro incardinato su questi obiettivi. È evidente in questo l`importanza del ruolo dei circoli come punto di presenza e di impegno visibile del partito sui territori e come luogo della selezione della nuova classe dirigente della quale abbiamo bisogno. È pensando a tutto questo che voglio ripetere anche qui che nel Partito democratico c`è spazio, come è nostro costume, per una discussione larga e libera - conclude il leader del Pd -sul dopo elezioni e sulle prospettive del nostro partito, ma non per dibattiti autoreferenziali che potrebbero allontanarci dal senso comune dei nostri concittadini".

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