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De Corato: "Procura indulgente con Bros"

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I graffiti del writer costano troppo al Comune: a processo solo per due denunce su diciassette

Massimiliana Parigi
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Bros a giudizio per soli 2 episodi di imbrattamento (quello sulla tettoia della fermata della metropolitana di piazzale Lodi e quello sul muro perimetrale della casa circondariale di San Vittore) dei 17 rilevati dalla polizia locale. Ciò è quanto è stato deciso dal pubblico ministero. Daniele Nicolosi in arte Bros, nato a Milano nel 1981, esordì con il suo primo graffito a soli quindici anni, e da allora tappezza la città natale con i suoi murales coloratissimi e di immediata comprensione, che nel 2007 gli valsero la partecipazione a due mostre, di cui una si tenne negli spazi del prestigioso Palazzo Reale di Milano, generalmente riservato ad artisti inseriti nei circuiti ufficiali dell'arte, nonché il sostegno del critico Vittorio Sgarbi, che definì Bros “Giotto moderno”.  Nonostante gli illustri passati di Bros, la decisione del pm lascia però l'amaro in bocca al vicesindaco di Milano De Corato, che la considera un "messaggio diseducativo", anche a fronte dei 65mila euro che il Comune si è trovato costretto a sborsare per ripulire i muri dalle “opere” di Bros. Bisogna inoltre ricordare l'incontro avvenuto il 14 gennaio scorso tra la Prefettura, il sostituto procuratore Riccardo Targetti e Letizia Moratti, in cui il Sindaco aveva proprio rivolto un appello al Tribunale affinché mostrasse una maggiore severità verso i writers, costati all'Amministrazione 35 milioni di euro dal 2006 a oggi tra spese di ripulitura e campagne antigraffiti. “Questa decisione - ha chiarito De Corato – non ci soddisfa per nulla, visto che l'imputato è un soggetto plurirecidivo, e potrebbe concorrere a un abbassamento della guardia contro il fenomeno. Spiace poi rilevare - ha concluso - che Bros non verrà giudicato neppure per l'imbrattamento di uno stabile privato in piazza De Angeli, avvenuto nella notte del 29 novembre 2007. Ciò a causa di remissione di querela della proprietà. Un comportamento che non comprendiamo, visto che sono poi i cittadini i primi a lamentarsi del degrado degli edifici e dei quartieri".  

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