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Intercettazioni: servono gravi indizi di reato

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Il Governo presenta un emendamento alla commissione giustizia del Senato. Nuovi rischi per i giornalisti

Tatiana Necchi
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Il governo ha presentato un nuovo emendamento alla ddl sulle intercettazioni al vaglio alla commissione giustizia del Senato. In base a questo emendamento, le intercettazioni telefoniche potranno essere chiesto solo quando sussistono gravi indizi di reato e l'assoluta indispensabilità per la prosecuzione delle indagini. La nuova norma, però, non potrà essere applicata ai processi in corso e per i quali è già stata chiesta l'autorizzazione. Possono comunque continuare le attività investigative delle intercettazioni già in atto ma solo per un periodo massimo ulteriore di 75 giorni. Trascorso questo limite, le attività devono cessare. In tutto, oggi, sono stati presentati 12 emendamenti al ddl intercettazioni, due del governo e dieci del relatore Centaro. Le conseguenze per i giornalisti - Le riprese e le registrazioni fraudolente costeranno care ai giornalisti: questo è ciò che è stato stabilito in uno degli emendamenti presentati da Centaro. Ecco il testo: "Chiunque fraudolentemente effettua riprese o registrazioni di comunicazioni e conversazioni a lui dirette o comunque effettuate in sua presenza, è punito con la reclusione da sei mesi a 4 anni. La punibilità è esclusa quando dalle riprese o registrazioni di cui al comma 1 emerge una notizia di reato e la stessa viene tempestivamente comunicata all'autorità giudiziaria". Il voto - Le votazioni in Commissione Giustizia al Senato sugli emendamenti al ddl intercettazioni cominceranno mercoledì 28 aprile. Lo ha stabilito oggi l'ufficio di Presidenza della Commissione. Fino a lunedì 26 aprile alle ore 17 sarà possibile presentare i subemendamenti. Oggi il Governo ha presentato 2 emendamenti al testo; il relatore Centaro ne ha presentati 10

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