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Bimba nigeriana morta in ospedale

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I responsabili della struttura: "Accuse infondate"

Tatiana Necchi
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Fa ancora discutere il caso della bambina nigeriana di 13 mesi morta lo scorso 5 marzo all'ospedale di Cernusco sul Naviglio, Milano.  Secondo il padre, a causare la morte sarebbe stata la tessera sanitaria scaduta. Il documento pare abbia rallentato di molto l'intervento dei sanitari che si sono rifiutati di aiutare la bimba fino a quando non sono intervenuti i carabinieri. Il padre non ha potuto rinnovare il documento a causa della sua disoccupazione. Oggi a più di un mese di distanza dalla tragica vicenda, l'ospedale di Cernusco ribadisce l'infondatezza delle accuse e spiega che l'accesso alle cure mediche è garantito a tutti, compresi gli stranieri. Il comunicato della struttura ospedaliera dice: "Va ribadita l'infondatezza delle accuse secondo le quali la bimba non sarebbe stata curata a causa della tessera sanitaria scaduta e che la piccola avrebbe ricevuto un trattamento sanitario diverso se fosse stata italiana. La piccola è stata accolta e visitata secondo le consuete modalità sin dall'arrivo con la madre, e non è stata posta alcuna pregiudiziale rispetto alla regolarità della tessera sanitaria". La struttura ospedaliera sottolinea poi che nel solo 2009 il pronto soccorso ha registrato l'accesso di 6262 utenti stranieri, di cui 286 temporaneamente presenti su un totale di 41.119 utenti. «Le modalità con cui alcune testate giornalistiche hanno trattato il caso, la superficialità e la parzialità della ricostruzione sommaria che ne è stata fatta _ dicono i responsabili dell'ospedale _ hanno gravemente alterato la verità dei fatti e arrecato danno a tutti gli attori coinvolti, siano essi i familiari o i sanitari che quotidianamente operano con professionalità, e minano la fiducia dei cittadini sulla capacità del sistema di offrire assistenza, con gravi ricadute sul bene comune e sulla cittadinanza stessa».

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