Intercettazioni, Anm: "A rischio indagini su mafia e criminali"
Levata di scudi anche dei giornalisti: inaccettabile condannare chi si procura notizie
Di Pietro ha detto che se passerà la legge sulle intercettazioni, ogni volta che saranno depositate, le leggerà in Aula. In segno di protesta. Ma la nuova norma sulle intercettazioni, al vaglio della Commissione giustizia del Senato, non dispiace solo il leader Idv. L'Associazione nazionale magistrati ha ribadito oggi "la più netta contrarietà" alle nuove norme sulle intercettazioni in discussione in Senato, che "rischia di vanificare, soprattutto per i reati di mafia e di criminalità organizzata, la possibilità di utilizzare un fondamentale e insostituibile strumento d'indagine". Il sindacato delle toghe - in un documento diffuso oggi - boccia anche gli emendamenti proposti da governo e maggioranza: "Pur accogliendo in parte alcune osservazioni formulate dall'Anm, non modificano gli insuperabili aspetti di criticità dell'impianto complessivo della riforma". La protesta dei giornalisti - "I cronisti italiani saranno in prima fila, mercoledì 28 aprile, alla manifestazione indetta dalla Federazione della Stampa davanti al Senato per contrastare i nuovi bavagli introdotti dagli emendamenti della maggioranza al ddl Alfano sulle intercettazioni". Lo annuncia una nota dell'Unci, che alla manifestazione parteciperà con il proprio Consiglio nazionale. Nei giorni scorsi la stessa Unci aveva sollecitato a Fnsi e Ordine dei giornalisti "la mobilitazione urgente dell'intera categoria poichè aveva avvertito che l'orientamento nella Commissione Giustizia di Palazzo Madama era quello di inasprire tutte le norme che riguardano la stampa". I cronisti - aggiunge il comunicato - "ribadiscono che il diritto di informare dei giornalisti coincide con il diritto di sapere dei cittadini. Pertanto è inaccettabile la volontà di impedire la pubblicazione del contenuto delle intercettazioni nel periodo che intercorre tra la misura cautelare e lo svolgimento del dibattimento, creando così un vuoto temporale incomprensibile e arbitrario. Del tutto inaccettabile è, anche, la fantasiosa previsione di condannare al carcere chi registra le proprie conversazioni". Per l'Unci, gli emendamenti presentati "confermano che il disegno del governo e della maggioranza è quello di espropriare i cittadini del diritto a loro riconosciuto dalla Costituzione ad avere una informazione corretta, completa e tempestiva; il disegno, cioè, di tenere l'opinione pubblica all'oscuro di quanto avviene". Se il ddl Alfano diventasse legge, "i cittadini non potrebbero più venire a conoscenza - conclude l'Unci - di fatti delittuosi gravissimi".