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Abruzzo, uccelli fratini marcati con geolocalizzatori

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Nuova tecnologia usata per la prima volta al mondo

Monica Rizzello
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Per la prima volta al mondo, esemplari di uccelli fratini saranno marcati con anelli colorati e geolocalizzatori. Si tratta di una nuova tecnologia, che, con l'uso di sensori miniaturizzati, sta rivoluzionando le conoscenze sulle migrazioni degli animali. L'innovativo progetto di ricerca scientifica vede coinvolti l'Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale, il Wwf e la Stazione Ornitologica Abruzzese ed è stato presentato oggi in una conferenza stampa svoltasi a Torre Cerrano, una delle quattro nuove aree marine protette italiane istituite ad Aprile dal Ministero dell'Ambiente. «Le nuove tecnologie che hanno portato alla miniaturizzazione degli strumenti di geo-localizzazione stanno rivoluzionando lo studio della biologia e dell'ecologia degli animali e degli uccelli in particolare» afferma Lorenzo Serra, ricercatore dell'Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale. «I geolocalizzatori – aggiunge - realizzati dalla Stazione ornitologica Svizzera di Sempach pesano meno di un grammo e possono essere usati per marcare specie del peso di poco più di 20 grammi. Finora, i dati sulla migrazione dei piccoli uccelli derivavano dall'inanellamento attraverso l'analisi delle ricatture di individui marcati ed era generalmente possibile solo unire le due località di marcaggio e ricattura, senza poter conoscere esattamente il percorso seguito. Ora, invece, basta dotare gli uccelli, come il Fratino, di questi sensori per descrivere con buona approssimazione le aree frequentate anche al di fuori del periodo riproduttivo. I dati che abbiamo finora dall'inanellamento ci dicono che i fratini svernano nel Mediterraneo e lungo le coste Atlantiche dell'Africa, ma non sappiamo bene in quali aree ed in quali proporzioni». «Questo innovativo progetto, condotto in collaborazione con i volontari della Soa e del Wwf, - conclude il ricercatore dell'Ispra - riuscirà a dare risposte utili per la conservazione di questa specie, localizzando le aree di sosta, migrazione e svernamento delle popolazioni italiane». «Il Fratino è una specie strettamente protetta a livello comunitario - sottolinea Dante Caserta, consigliere nazionale del Wwf - ed è il simbolo della biodiversità delle spiagge, che non devono essere considerate come un mero cumulo di sabbia da spianare per il turismo ma come un complesso e fragile ecosistema, dove vivono piante ed animali adattati a vivere in un ambiente estremo». «Nell'Anno internazionale della biodiversità chiediamo alla Regione Abruzzo - prosegue Caserta - di assicurare la tutela del Fratino e della altre specie costiere, che stanno divenendo sempre più rare. Balneatori e pescatori a cui mostriamo il Fratino e i loro nidi reagiscono in maniera entusiasta dandosi da fare per tutelarli coniugando la loro attività economica con le esigenze della fauna, attraverso mille soluzioni tra cui anche la costruzione di coperture per tutelare i nidi dai predatori». «È una cooperazione che si sta formando dal basso che deve ricevere la giusta attenzione dalla pubblica amministrazione» conclude l'ambientalista.

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